Mentre a livello nazionale, nella discussione sulla nuova legge elettorale, il tema della preferenza di genere ha un ruolo centrale con un ampio consenso fra le forze politiche, qui in Sardegna, tutto tace.
“Dopo il buon lavoro del presidente Agus della commissione riforme che aveva deciso di portare finalmente la discussione in Consiglio, l’argomento è completamente scomparso dall’agenda dei lavori – dicono le coordinatrici di Meglio in due- Lucia Tidu, Elena Secci e Carla Poddana- anche se non sono mancati autorevoli interventi a sostegno della mobilitazione portata avanti dall’associazione insieme a tanti sindaci, come quello del presidente del Consiglio Regionale Gianfranco Ganau a cui si è aggiunta la netta presa di posizione, durante l’assemblea regionale del partito democratico, del senatore Giuseppe Cucca nella veste di nuovo segretario, che vogliamo ringraziare per la dichiarazione di forte sostegno che ha rilasciato a favore della nostra battaglia”.
“Risulta proprio difficile capire come mai, dopo tanto favore, – continuano- l’iter legislativo si blocchi ed anzi scompaia dall’agenda politica. La verità è che, nascosta dietro argomenti artificiosi, di volta in volta abilmente portati avanti, si annida una forte contrarietà di alcuni consiglieri regionali ad approvare la modifica della legge sulla doppia preferenza di genere”. Una contrarietà sorda e tenace che vede con fastidio crescere l’impegno delle donne in politica, ma che in modo ipocrita non si manifesta palesemente.
Noi riteniamo che questa contrarietà vada stanata, resa pubblica ed evidente a tutte le elettrici e gli elettori della Sardegna -dicono Tidu Secci e Poddana – . Nei prossimi giorni accoglieremo la proposta del segretario regionale del partito democratico Giuseppe Luigi Cucca per un convegno aperto con tutte le forze politiche per discutere e sentire pubblicamente la disponibilità dei consiglieri regionali a votare l’inserimento della doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale affinché si sappia chi è favorevole e chi invece da anni continua a boicottarla. Crediamo sia l’unico modo ancora disponibile per evitare furbizie e sotterfugi e riuscire finalmente, con una più forte presenza femminile, a imprimere un salto di qualità alla rappresentanza nelle istituzioni ed alla politica della Sardegna












