“La Sardegna è morta. Mi costringe a partire lontano dalla mia mamma che amo così tanto. Oggi non ho potuto festeggiare il compleanno con lei perché i biglietti costano troppo per poter andare in un posto che in cambio non ti offre niente. Questo mi rende tanto arrabbiata, ho dovuto dargli gli auguri in videochiamata e ho sentito il vuoto dentro di me. Il tempo è prezioso e bisognerebbe passarlo con chi si ama e allo stesso tempo riuscire a permettere a noi stessi di vivere guadagnando da un lavoro che si può chiamare tale, in cui si rispetta un minimo l’essere umano e il suo tempo”. Inizia così la testimonianza di Morena Caddeo, 27enne di Sinnai che, da un po’ di tempo, vive a Bologna col suo compagno. Ha scelto il capoluogo emiliano per motivi di lavoro e di studio: “In Sardegna l’unica accademia delle belle arti è a Sassari, tante altre mie amiche sono partite per studiare perchè la borsa di studio in Sardegna è bassa”. Per non parlare degli stipendi nella ristorazione: ” In Sardegna non ho mai avuto un lavoro al di fuori della ristorazione, quest’ultimi mi hanno sfruttato fino al midollo, due anni fa ho avuto un esaurimento nervoso dal troppo stress, nonostante ciò andavo a lavoro per 4 euro all’ora per assistere a uomini che al banco chiedono solo birra cercando in ogni modo di rimorchiare dimenticando il loro anello al dito. Oggi sono triste e spero che un giorno anche il Sud venga preso in considerazione”.
Chissà. Intanto, nuova vita a Bologna: “Ho preso un monolocale, pago 500 euro al mese ma sono qui, mica a Cagliari, dove prezzi simili te li chiedono in periferia. Quaranta ore di lavoro settimanali e due giorni di riposo, condizioni mai trovate in Sardegna dove non ho mai avuto l’opportunità di un lavoro dignitoso in cui potessi crescere e lavorare. Quaranta ore settimanali anzichè più di 50, spesso con nessun giorno libero e retribuzione così bassa che mi faceva sentire così inutile, commisurato al mio impegno e la mia sveglia alle 5 del mattino. Sono partita a Bologna e ora ho più di un lavoro che spalanca le porte di fronte a me, prendo 1400 euro netti al mese, uno stipendio che reputo dignitoso”.











