Le strade della Sardegna sono un disastro e, dopo la tragedia di oggi sulla 131 all’altezza di Macomer, esplode la protesta degli autisti e dei corrieri. Mentre la strada degli orrori è rimasta chiusa per tutto il giorno e riaperta poco fa solo in una corsia, a perdere la vita è stato un uomo di 48 anni, romano, padre di famiglia e lavoratore del settore, vittima di un incidente mentre era in servizio. Un dramma che ha scatenato una forte reazione tra i colleghi, da tempo esasperati per le condizioni della rete viaria isolana.
La denuncia arriva direttamente dalla Filt-Cgil Sardegna attraverso una nota firmata dal segretario Arnaldo Boeddu. “Il settore dell’autotrasporto e della logistica – scrive – è profondamente scosso da questa ennesima morte sul lavoro. C’è una fortissima indignazione che è indescrivibile”. Il sindacato rappresenta centinaia di lavoratori che ogni giorno si muovono su strade spesso dissestate, pericolose, insufficientemente segnalate o interessate da cantieri gestiti in modo precario.
Non si invoca uno sciopero, precisa Boeddu, ma si chiede alle istituzioni un’assunzione di responsabilità immediata e concreta. “Serve un intervento deciso. I lavoratori chiedono la verifica di tutti i cantieri, il rispetto delle norme di sicurezza, la creazione di una task force che punti ad azzerare gli incidenti. Ogni giorno ci imbattiamo in operai dello sfalcio erba nelle cunette che notiamo solo all’ultimo momento, perché tutto è affidato a gare al massimo ribasso”.
Il segretario della Filt-Cgil conclude con un appello accorato: “A pagarne le conseguenze oggi è un autista, un ragazzo, un padre. Ma domani, se non si interviene subito con un confronto serio e responsabile, chi sarà il prossimo?”. Un monito che risuona forte mentre il dolore e la rabbia attraversano il mondo del lavoro su gomma, lasciando aperta una ferita che la Sardegna non può più ignorare.