“Dieci miglia di proposte: viaggio itinerante tra bellezze e incompiute dell’Isola”. Con questo slogan i Riformatori si sono imbarcati oggi a Palau per una dibattito a bordo della Motonave Virginia. Durante il viaggio-dibattito sono stati affrontati numerosi temi: i trasporti, le infrastrutture ex G8, le servitù militari.
Sul ponte di comando del partito fondato da Massimo Fantola c’erano il coordinatore del collegio Olbia-Tempio, Giovanni Pileri , e gli esponenti di punta del partito in Gallura, Luca Montella e Fabio Lai, il coordinatore regionale Michele Cossa, il presidente della commissione Affari Sociali della Camera Pierpaolo Vargiu, il capogruppo in Consiglio regionale Attilio Dedoni. Decine di attivisti e dirigenti provenienti da tutta la Sardegna.
Lungo l’itinerario: prima partenza alle 10 da La Maddalena, seconda partenza alle 10.30 da Palau, alle 10.45 giro di presentazione del territorio, alle 12 dibattito a Cala Corsara (Isola di Spargi), alle 14 breve pausa all’isola di Budelli, alle 16 rientro al Porto di Palau.
Dieci miglia di idee e proposte, a partire dalle aggiorni questioni che interessano l’isola dI la Maddalena e la Gallura. Iniziando dall’isolamento territoriale dei mesi invernali, che penalizza le imprese e lo sviluppo economico, soprattutto dopo che gli americani sono andati via. Sono stati spesi inutilmente 400 milioni di euro, per strutture ha sono abbandonate e stanno andando in malora è che potrebbero essere preziose per un incremento del turismo nel territorio. “ma Su infrastrutture e trasporti – hanno spiegato i Riformatori – la Regione è lenta e incapace di programmare. E la Gallura e l’intera Sardegna ne risentono. Da quando la Giunta si è insediata sono passati ormai sei mesi e non è stato prodotto alcun risultato. Non c’è uno straccio di idea di come far rinascere la Sardegna”.
L’unico risultato ottenuto da Pigliaru, hanno proseguito i leader Riformatori, “è stato di svendere la Sardegna a Roma: prima un accordo suicidio sul pareggio di bilancio dando al governo la possibilità di decidere sulle nostre entrate, poi la questione delle servitù militari gestita malissimo e sfuggita di mano. Infine una continuità territoriale monca e fuori controllo”










