A dieci giorni dal voto, siamo chiamati alle urne il 25 settembre per scegliere il nuovo parlamento e, di conseguenza, il nuovo governo, gli spazi sistemati per l’affissione dei manifesti elettorali sono quasi completamente vuoti. Guardate la foto scattata in via Boiardo a Su Planu: una sfilza di spazi vuoti, così come sta accadendo un po’ in tutti i quartieri di Cagliari e nell’hinterland.
Il motivo? La consapevolezza finalmente acquisita che i faccioni sorridenti o rassicuranti o ammiccanti dai maxi cartelloni non spostano voti e di sicuro non serviranno a portare alle urne chi ha deciso di non andarci, dunque meglio investire quei (non pochi) soldi in attività che garantiscono un ritorno più sicuro o quanto meno più probabile.
Anche in questo caso, sono i social ad aver sostituito il vecchio 6×3: più dinamici, diffusi, immediati e soprattutto in grado di raggiungere molta più gente di quanto un manifesto elettorale potrà mai fare. E infatti, la vera battaglia si sta combattendo fra Facebook, Instagram, Twitter e in alcuni casi anche su Tik Tok.









