Erano più di cinquecento, ora sono circa 350 i sanitari sardi no vax. In centocinquanta, infatti, dopo aver ricevuto le lettere di sospensione dal lavoro, e conseguentemente dallo stipendio, hanno fatto un passo indietro, prenotandosi negli hub e ricevendo la prima dose. Per loro, ovviamente, ci sarà la possibilità di tornare a operare all’interno degli ospedali. Un pentimento arrivato dopo l'”epurazione” decisa dall’Ats, chiara sin da subito: “I sanitari che non si vaccinano non possono lavorare”. Ora ne restano circa 350 da provare a convincere, e 173 hanno presentato un ricorso al Tar che vedrà i primi sviluppi già il prossimo quattordici settembre. Intanto, gli ospedali possono tornare a respirare un pochino grazie alla forza lavoro garantita anche dai camici bianchi che si sono pentiti.
Una notizia, quella dei 150 ormai ex no vax, che trova il plauso del sindaco di Quartu Graziano Milia, impegnato sul fronte della raccolta firme per rendere obbligatorio il vaccino e che ha depositato un controricorso al Tar, insieme all’Anci, per chiedere l’annullamento di quello presentato dai centosettantatre camici contrari al vaccino: “Sono tornati sui loro passi, un fatto positivo che dimostra che quando si lavora all’insegna del convincimento e della serenità, rappresentando quelle che sono le situazioni che possono mettere in pericolo la nostra comunità c’è anche una risposta all’altezza delle situazioni”.









