A casa con mascherina e guanti. In compagnia esclusiva di libri, film e soprattutto del termometro. “Niente tv e Facebook. C’è la caccia alle streghe”. S. T. 47 anni, cagliaritana l’8 marzo scorso è rientrata da una visita ad alcuni parenti in Lombardia. Oggi è in isolamento e dovrà restarci fino al 21 marzo.
“Mi sono autodenunciata” racconta, “ho avvertito il capo a lavoro e il medico. La cosa più difficile è stata capire dove avrei dovuto spedire il modulo. Ci ho impiegato un giorno. Dopo mille telefonate: le linee erano tutte intasate, al numero fisso cadeva la linea, al cellulare entrava la segreteria. Solo la prefettura, alla fine, mi ha dato tutte le informazioni necessarie. E ho potuto così trovare l’indirizzo ( [email protected]) e finalmente spedire l’email assieme al documento di identità”.
Come si vive in isolamento? “Sto in camera. Le prescrizioni me le ha spiegate il medico. Devo indossare mascherina e guanti. Nessun disagio in particolare. Sarebbe stato peggio non riuscire a rientrare. Pazienza resterò a casa e rispetterò l’ordinanza”.
Cosa pensi di chi arriva e non si autodenuncia? “Non è giusto. E non è responsabile. E poi perché rischiare una denuncia. Serve senso civico. Bisogna evitare di rischiare di contagiare chi vuoi bene o gli estranei”.
Sei pentita di essere andata in Lombardia? “Beh col senno di poi sì. Ma ero costretta a farlo”
La prima cosa che farai quando potrai uscire? “Spero di andarmene al Poetto per una bella passeggiata. E il giorno dopo tornare al lavoro”.









