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E’ ancora senza risposta la richiesta fatta dai medici diabetologi della Sardegna verso l’Assessorato Regionale alla Sanità, per poter attivare il servizio di “televisita” ai malati sardi di diabete mellito.
Infatti, con una missiva, inoltrata due settimane fa, le Società scientifiche di riferimento della diabetologia – AMD (Associazione Medici Diabetologi), SID (Società Italiana di Diabetologia) e SIE (Società Italiana di Endocrinologia), chiesero all’Assessore Regionale alla Sanità, Mario Nieddu, al Direttore Generale dell’Assessorato, Marcello Tidore, e al Commissario Straordinario dell’ATS, Giorgio Steri, di “autorizzare urgentemente, per tutti i Servizi di
diabetologia presenti in Sardegna, la teleassistenza a favore delle
persone con diabete”. La stessa comunicazione, a inizio di questa
settimana, è stata mandata al Presidente della Regione, Solinas.
“Dopo circa 15 giorni – affermano Gianfranco Madau e Maria Antonietta
Fois, rispettivamente Presidenti regionali dell’Associazione Medici
Diabetologi e della Società Italiana di Diabetologia – non abbiamo
ricevuto riscontri o risposte. In pratica il nostro appello è rimasto
inascoltato”.
Secondo gli specialisti della diabetologia, le persone affette da
diabete sono ancora tra le categorie più a rischio per gli esiti
fatali dell’infezione da Coronavirus. Mantenere un buon compenso,
sicuramente con più difficoltà date le limitazioni imposte dal
contenimento della pandemia a tutti i cittadini italiani, è ancora la
ricetta più efficace per diminuire il rischio.
“Malgrado ciò – continuano Madau e Fois – gli Amministratori
Regionali, chiamati direttamente in causa dalle Associazioni
scientifiche diabetologiche, non danno segno di interesse in questa
situazione”. “Purtroppo, per alcuni Amministratori delle Aziende
Sanitarie – continuano le due Associazioni diabetologiche – la
chiusura degli ambulatori alle visite programmate, con esclusione
delle urgenze/emergenze, si traduce in una riduzione del personale che
viene messo in ferie o in recupero o resta a disposizione per altri
incarichi. Ma chi seguirà i diabetici se si svuotano le
diabetologie?”.
Negli ambulatori di Diabetologia, infatti, quotidianamente si applica
la telemedicina: chiusi alle visite non urgenti, i diabetologi e gli
infermieri contattano i pazienti telefonicamente per organizzare la
“televisita”. Durante questa si condivide attraverso il web il
monitoraggio delle glicemia con sensori o con il controllo classico,
i referti di esami e visite e le eventuali modifiche terapeutiche.
“Il riscontro che le persone hanno di questa iniziativa, siano esse i
diabetici o i loro familiare e caregiver – continuano Madau e Fois – è
di assoluta sorpresa, piacere e gratitudine per questa assistenza
“vicina” ai loro bisogni anche se necessariamente “distante””. “Anche
le persone che sfortunatamente hanno avuto una nuova diagnosi di
diabete – sottolineano – sono sostenute in questa fase carica di
preoccupazioni e di timori caratteristica di chi scopre di avere una
malattia che lo accompagnerà durante tutta la vita”.
Per i medici della Diabetologia, tutto questo sistema comporta una
presenza degli Operatori a pieno orario nel Servizio, garantendo il
distanziamento a tutela di tutti. L’attività, infatti, risparmia
accessi diretti dai Medici di Medicina Generale o nei Pronto Soccorsi
e permette di organizzare e presidiare l’onda d’urto delle richieste
che certamente ci sarà alla riapertura dell’attività ordinaria degli
ambulatori.
Alla pressante richiesta degli Operatori Diabetologici si unisce anche
il richiamo agli Amministratori delle Associazioni dei Pazienti
(“Coordinamento dei Diabetici Sardi” e “Rete Sarda Diabete”).
“Il riconoscimento di questa modalità di lavoro – rimarcano
all’unisono le Associazioni dei Medici Diabetologi e quelle dei
Pazienti – deve essere una priorità dei nostri Amministratori
regionali e locali, perché risponde alle esigenze di tutela della
salute delle persone con Diabete mellito”.
“Come ripetuto più volte, le malattie, sia croniche che acute, non si
eclissano di fronte alla pandemia – concludono l’Associazione Medici
Diabetologi, la Società Italiana di Diabetologia, il Coordinamento dei
Diabetici Sardi e la Rete Sarda Diabete – e gli strumenti tecnologici
possono essere una risposta “sicura” in questo momento di emergenza.
Nessuno deve restare indietro, non sarà una battaglia vinta se ci
difendiamo dal virus ma abbiamo le complicanze di un diabete non ben
controllato”.