Coronavirus, “Cagliari in sofferenza economica: rischio rivolte. Riapriamo i mercatini”

La richiesta di Confesercenti: “La Sardegna è una regione colpita per gran parte in maniera lieve dall’emergenza, (eccetto Sassari). Ragioniamo sull’apertura scaglionata del commercio all’aperto su area pubblica”


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“Riapriamo i mercatini”. Grande preoccupazione per i segnali sempre più forti che arrivano dal tessuto economico e sociale del territorio. La esprime la Confesercenti Provinciale di Cagliari che lancia le prime proposte.
In ansia per la chiusura di intere filiere produttive, che “sta determinando una serie di danni per i quali saranno necessarie cure finanziarie fortissime, che dovranno impegnare il sistema bancario in modo determinante”, dichiara il presidente Marco Medda, “pensiamo a ciò che succede, ad esempio, nel settore dei mercati su area pubblica, che impegna oltre 7 mila imprese più tutto l’indotto, (piccoli produttori agricoli, piccola pesca), oppure il mondo dei servizi alle imprese (come ad esempio, liberi professionisti, commercialisti e consulenti del lavoro) che sono costretti a lavorare per delle aziende   che   probabilmente   non   pagheranno   i   loro   servizi,   lasciandoli   senza   reddito.  
 “Sono di questi ultimi due giorni le notizie che in alcune città d’Italia ci sono già segnali forti di insofferenza sociale per una situazione difficile” commenta preoccupato Marco Medda, Presidente della Confesercenti Provinciale di Cagliari. “I primi segnali di tal tipo li stiamo registrando anche noi ed è un aspetto che abbiamo segnalato già alle autorità competenti. I telefoni della nostra Associazione sono in questo momento storico subissati di telefonate per informazioni sulle linee poste in essere dal Governo nel decreto del 17 marzo: segnale che tutti hanno sempre più necessità di accedere a questi fondi.
“Considerando che la Sardegna è una regione colpita per gran parte in maniera lieve dall’emergenza sanitaria, (se si esclude la zona di Sassari)” prosegue Medda, “siamo dell’opinione che si possa ragionare per una strategia per un rientro scaglionato (e in sicurezza) dell’operatività di alcune aziende, ad esempio quelle operanti   su   area   pubblica,   ovviamente   sempre   nel   rispetto pieno delle regole   di   sicurezza   che, necessariamente, occorre osservare per fare fronte al blocco dei contagi, e allo stesso tempo riteniamo che sia urgentissimo accogliere gli ammodernamenti  normativi già segnalati al nostro Assessorato Regionale competente, che però ci pare ancora abbastanza distante, pur essendo uno degli attori principali.
Inizialmente si potrebbero riaprire in forma ridotta alcuni mercati solo per il settore alimentare così da poter allentare gradatamente la tensione sociale. Sarà questo argomento di confronto con gli organi Statali preposti a prendere queste decisioni. Interverremo anche con il Prefetto per una interlocuzione con il solo fine di trovare una soluzione condivisa. Riteniamo che la coesione della nostra società sia un patrimonio di primario interesse da salvaguardare in questo momento terribile, anche attraverso soluzioni ad hoc e di basso impatto, garantendo tutte le misure di sicurezza del caso”, conclude Medda.


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