Cinque morti sospette a Tempio. E’ una richiesta d’aiuto quella del sindaco di Tempi e di altri suoi colleghi dell’alta Gallura. “E’ con il massimo allarme che segnalo la situazione venutasi a creare nell’Ospedale Paolo Dettori di Tempio Pausania che, prima per il caso del reparto di Ortopedia, ora per ciò che sta accadendo nel reparto di Medicina, rischia di diventare un vero e proprio focolaio per la diffusione del virus”.
Il documento (Situazione Ospedale Paolo Dettori di Tempio Pausania – segnalazione di rischio emergenza sanitaria e richiesta di interventi risolutivi e urgenti) è stato spedito alla Regione e all’Ats, ma per conoscenza mandato anche alla Prefettura di Sassari, alla Protezione Civile, al Governo e al Tribunale di Tempio. Ed è firmato dal vice Sindaco di Tempio Gianni Addis e sottoscritto dai sindaci dell’alta Gallura Nicola Muzzu (Aggius), Antonio Tirotto (Aglientu), Gian Mario Mamia, (Badesi) Emiliano Deiana (Bortigiadas), Fabio Albieri (Calangianus), Agostino Pirredda (Luogosanto), Maria Giuseppina Careddu (Luras), Stefano Pisciottu (Santa Teresa di Gallura), Gian Piero Carta (Trinità d’Agultu e Vignola) e Vittorio Ara (Viddalba).
La lettera parla di “richieste di intervento da parte di medici e operatori sanitari che indicano la presenza di un paziente positivo nel reparto di medicina in isolamento che non è possibile trasferire nella sezione COVID-19, né possono essere dimessi o spostati gli altri pazienti ricoverati perché non sono disponibili tamponi da eseguire su di loro. Orbene, a fronte di tale dato accertato, risulta al sottoscritto che il reparto non è stato chiuso, non è stato sanificato, i pazienti sono tuttora ricoverati, i medici e il personale paramedico, gli OSS, oltre agli addetti dei vari servizi collaterali quali quello di pulizia, non sono stati sottoposti ad alcuna misura di sicurezza per limitare il contagio, non sono stati sottoposti a test con i tamponi rinofaringei, non sono stati isolati o messi in quarantena ma gli è stato detto di limitarsi agli spostamenti casa-ospedale per continuare il proprio lavoro.
Il reparto di Ortopedia invece”, aggiunge, “dove si è registrato il primo caso di positività di un paziente trasferito dall’ospedale di Nuoro, è stato sottoposto a sanificazione ma i medici e gli operatori non sono stati tutti sottoposti a tampone e continuano a frequentare gli ambienti ospedalieri. Inoltre, il personale dell’ospedale continua a circolare liberamente in tutti i reparti, negli spazi comuni dell’ospedale, nel bar presente all’ingresso dello stesso ospedale, al quale peraltro, vi accedono anche i soggetti esterni, visitatori, familiari dei ricoverati e chiunque vi abbia accesso, senza alcuna protezione. Un numero incontrollabile di persone, quindi, potenzialmente esposto al contagio e allo stesso tempo potenziale trasmettitore del virus, che circola nella più totale assenza di misure precauzionali di sicurezza. In questo modo la situazione di rischio non resta evidentemente circoscritta al solo presidio sanitario, ma da esso fuoriesce e dilaga al di fuori, diventando un vero e proprio pericolo per la salute pubblica.Sembra superfluo evidenziare, infatti, che il personale finito il turno rientra nelle proprie abitazioni e incontra i familiari, e così accade per tutti gli altri soggetti che nell’ospedale abbiano transitato”.
I 5 morti. La lettera di Addis parla di una comunicazione di ieri dell’Ufficio di stato civile del Comune di Tempio Pausania che riferisce e informa del decesso di 5 persone nel territorio comunale, di cui: “3 in ospedale, 2 delle quali con la seguente causa di decesso: “Polmonite bilaterale – insufficienza respiratoria acuta in paziente con polmonite. Tutti morti nel reparto di medicina”, 1 in hospice 1 in abitazione.” Alla gravità della situazione appena descritta, devo con dolore e dispiacere, sottolineare un altro fatto grave, inconcepibile e inammissibile date le circostanze. Ho già avuto modo di segnalare più volte telefonicamente ai vertici dell’Azienda Sanitaria la totale assenza di comunicazione informativa istituzionale nei miei confronti, fatta eccezione, a onor del vero, per due sole mail ricevute nella tarda serata di ieri, a firma del dirigente medico della direzione sanitaria del presidio sanitario di Tempio Pausania, peraltro dietro mia sollecitazione. Tutte le notizie della situazione dell’Ospedale cittadino, compresa quella del trasferimento del paziente positivo dall’ospedale di Nuoro a quello di Tempio Pausania, le ho apprese ufficiosamente da altre persone che a loro volta le avevano apprese da Facebook. Questo è stato dell’arte.
Stiamo assistendo impotenti al fatto che la maggior parte dei casi di Coronavirus in Sardegna originano proprio nei luoghi di cura. Tutto ciò non può essere tollerato in un Paese dove, in un lasso di tempo incredibilmente breve ci troviamo significativamente limitati in diritti che la nostra Costituzione sancisce, consacra e dichiara inviolabili, irrinunciabili e indisponibili, stabilendo a quali condizioni, e da parte di quali autorità, essi possano subire eventuali limitazioni, adottate e motivate da casi di eccezionale gravità quale quello attuale. I miei cittadini, come sopra riferito, rispondono all’ordine dell’autorità fidandosi e affidandosi, ma l’esempio deve partire dal concetto di Stato immanente in ciascuno di noi ognuno per la propria funzione e competenza”.










