Che le compagnie aeree facciano quello che vogliono in Sardegna, e che la Regione stia a guardare e annunciare rivoluzioni targate 4 mori che mai arriveranno, è cosa nota. Del resto, i sardi non hanno grandi alternative: o si spostano in aereo, o si rassegnano a traversate con tempi improponibili, prezzi allucinanti e traghetti carissimi e spesso sporchi e fatiscenti. E dunque, se un sardo deve partire e utilizzare Ita, una delle compagnie aeree che gestisce la continuità territoriale, e se vuole o deve portare con sé il suo cane, naturalmente di taglia piccola, deve sborsare l’incredibile cifra di 180 euro. Avete capito bene: 90 euro a tratta per poter portare a bordo il proprio cucciolo, e non per occupare un posto in aereo, no. Per essere infilato in un trasportino e poi sistemato sotto il sedile come un qualunque bagaglio a mano. 180 euro. Una cifra che ha davvero dell’incredibile, perché non ha nessuna giustificazione. Se non nel preciso intento di speculare il più possibile. Fino a qualche mese fa, il biglietto per i cuccioli di animale domestico costava 50 euro a tratta, cifra già surreale di per sé e quasi raddoppiata in meno di un anno.
Ma perché una cifra così vergognosa? Al momento, resta un mistero.
Fra l’altro, Ita è sempre più messa in discussione per i ritardi che accumula durante i suoi voli. L’ultimo ieri sera da Roma Fiumicino, un’ora e mezzo di ritardo e nessuna spiegazione. E la Regione? Non pervenuta.










