Il Coronavirus l’ha colpita, ma lei si è “difesa” e, in quindici giorni, ne è uscita. Cinzia D’Amico, 59 anni, è un’Operatrice socio sanitaria. Cinquantanove anni, di Quartu, lavora nella casa di riposo Oami di Pirri, una di quelle strutture dove i vaccini, purtroppo, sinora sono una chimera. L’Ats li ha promessi, ma non sono ancora arrivati, come ha denunciato il gestore Luciano Damiazzi. E, proprio nella struttura pirrese di via Santa Maria Chiara, “vivono due ultracentenarie, una donna di 102 anni e un’altra di centoquattro. Oltre a me, sono risultate positive i mesi scorsi un ospite e una mia collega”; racconta la D’Amico. “Per fortuna, gli effetti sono stati leggeri”, prosegue. Ora, però, la preoccupazione è tutta per i vaccini che tardano ad arrivare.
“Qui usiamo tutti i dispositivi possibili che abbiamo, sinora ho fatto una vita molto ritirata. Non frequento nessuno proprio per tutelare gli ospiti, la situazione sta diventando, ormai, sempre più pesante”, lamenta l’Oss. “Voglio fare il vaccino, spero davvero che sia sicuro. Devo ancora fare un esame per vedere se ho ancora gli anticorpi, dopo che guarisci dal Covid dovrebbero restare per almeno sei mesi. È ingiusto, l’Ats aveva promesso che, dopo le Rsa, sarebbero state vaccinate le persone che vivono e lavorano nelle case di riposo della Sardegna”.











