Morire a 31 anni a Cagliari, travolto da un bus del Ctm nella centralissima viale Diaz: ora l’autista rischia di finire indagato per omicidio colposo. Non ce l’ha fatta Martin, il ragazzo dolce arrivato in Sardegna dal Burundi che aveva fatto il cameriere nei ristoranti più famosi della città, bravo e gentile, professionale e con quella voglia di scherzare che metteva sempre allegria a tutti. Remesha Martin Elvis King, quei quattro componenti della sua carta identità, il piccolo re che si era costruito una vita e un lavoro arrivando dall’Africa era il simbolo della perfetta integrazione di un ragazzo nell’isola. In breve tempo aveva imparato la nostra lingua, le nostre usanze, i segreti del nostro cibo che serviva con tanto amore. Tra la Marina e Stampace lo conoscevano tutti, Martin. Il suo cuore ha cessato di battere nel pomeriggio di una calda domenica di agosto, all’ospedale Brotzu dove era stato portato in Rianimazione, da subito in condizioni disperate. Aveva lavorato anche alla Caritas, faceva il mediatore culturale, aveva un carattere aperto e gioioso. “Me lo ricordo quando cantava sempre Margherita, la sua canzone preferita”, racconta commossa una nostra lettrice.
Ancora la dinamica dell’incidente di viale Diaz non è del tutto chiara, di certo c’è solo che l’autobus del Ctm lo ha investito in pieno giorno: pare che il ragazzo fosse entrato nella carreggiata, forse per recuperare un paio di occhiali, e sia stato sbalzato dall’impatto col pullman. Un massaggio cardiaco volante di un carabiniere che passava per caso, l’angoscia degli amici. Poi la lunga agonia, le preghiere per Martin. 24 ore di grande paura e quel verdetto: Martin è morto, quel suo sorriso così bello e spontaneo non tornerà più per una tragica fatalità, per l’ennesimo incidente mortale in una Cagliari che sta diventando, anche nel traffico, sempre più pericolosa. Viale Diaz è una strada diventata stretta e semi dissestata, i marciapiedi di Cagliari in tante zone sono distrutti. Il suo cuore è una lucetta che si spegne lì, nel centro storico di Casteddu che conosceva ormai come le sue tasche, dove tutti lo salutavano. Dove nessuno lo dimenticherà. Martin era l’esempio di come ci si possa costruire la vita così lontano dalla sua terra, con i sardi che lo avevano accolto con grande ospitalità. La famiglia ha autorizzato il prelievo e la donazione dei suoi organi, dopo questa amara tragedia. Ciao Martin, l’angelo del Burundi volato nel cielo stellato.










