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Caduto dalla bicicletta e rotolato per diversi metri, oppure colto da un malore improvviso. Sono queste le due piste principali che stanno seguendo gli investigatori per scoprire le cause esatte della morte di Luciano Luccheddu, il pensionato 79enne scomparso dieci giorni fa dalla sua casa di Castiadas e ritrovato, morto, sul fondo di una scarpata nelle campagne di Feraxi, in una zona molto impervia. Il corpo è stato recuperato dal Soccorso alpino e da un elicottero del 118 ed è stato trasportato all’ospedale San Marcellino di Muravera: serve la massima chiarezza, per questo è stata disposta l’autopsia, come conferma anche il sindaco Eugenio Murgioni. È stato soprattutto lui a spendersi tantissimo per non bloccare ma, anzi, aumentare la portata delle ricerche del suo compaesano, che lascia la moglie, Angela Maria Follesa, e il loro unico figlio, Andrea. La Protezione Civile, i Vigili del fuoco, il Soccorso alpino e i volontari hanno battuto ogni giorno quanti più chilometri possibili per ritrovare il pensionato. Che, non solo a Castiadas, era davvero molto stimato e conosciuto: “Sin da giovane ha fatto il pastore, poi aveva deciso di fare il giardiniere, andando a lavorare nelle villette di Costa Rei”, dice, con la voce rotta dalla commozione, il sindaco di Castiadas Enrico Murgioni, tra i primi a essere informato del tragico ritrovamento.
“Luciano Luccheddu non meritava una fine così ingloriosa. Aveva sempre lavorato con l’obbiettivo principale di mantenere e di far vivere serenamente la sua famiglia”. Ecco perchè, una volta terminato il lavoro da pastore, aveva lasciato i campi e il gregge e preso tra le mani rastrelli e forbici per curare i giardini di tanti cittadini. “Da quanto mi hanno riferito, sembra proprio essersi trattato di una tragica fatalità, non ci sarebbero segni di violenza sul corpo di Luciano”. La verità finale, come da prassi, arriverà con l’autopsia.