Un bambino sottratto alla madre sarebbe stato picchiato in una struttura protetta del Sulcis. Almeno stando alle accuse della mamma rilanciate in un video su facebook, assieme alle foto che ritraggono il piccolo con un orecchio fasciato.
La vicenda, ricostruita sul sito del Ccdu (comitato cittadini per i diritti umani) onlus è esplosa qualche giorno fa, dopo un’udienza presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari.
La storia. Il piccolo, assieme alla sorellina di 3 anni, è il figlio di una donna brasiliana (residente in città con permesso di soggiorno) che ha ottenuto l’affidamento dei figli dopo una separazione conflittuale con un sardo.
L’anno scorso il tribunale accoglie la richiesta del Pubblico Ministero di affidare i bambini ai servizi sociali, anche se la mamma ha mantenuto la responsabilità genitoriale. In seguito, quando la donna si ritrova senza casa, i servizi hanno collocato la famiglia in una comunità madre-bambino.
Ma in comunità le cose non vanno bene: scoppiano conflitti con gli educatori sull’educazione dei figli. E la situazione precipita. Secondo la mamma, i conflitti nascono dall’età avanzata degli educatori, dalla loro mancanza di pazienza e dai loro modi bruschi (strattonerebbero i bambini e li maltratterebbero). Da qui i contrasti, anche accesi, con gli operatori che scrivono una relazione, riversando sulla mamma molte responsabilità e problematicità di natura psicologica soggettiva. Per risolvere la questione viene deciso l’allontanamento per garantire ai ragazzi “un ambiente sereno e stabile ”, in una comunità.
“Hanno picchiato il mio bambino”. Si arriva a qualche giorno fa. L’avvocato della donna denuncia le accuse del piccolo che (con tanto di lividi ed escoriazioni) dice di essere stato picchiato dagli operatori della comunità. Già alcune settimane la donna aveva sporto denuncia nei confronti degli operatori della comunità, una segnalazione era stata inviata anche ai Servizi Sociali, che però non le avrebbero creduto.
L’avvocato, forte di una certificazione Asl, che attestava la presenza di una sindrome da disadattamento, ha presentato un appello urgente per proteggere il piccolo sia dai danni psicologici della separazione dalla mamma, sia dai danni fisici dei maltrattamenti riferiti dalla mamma stessa.
Alcuni giorni fa il bambino si è presentato all’incontro con la mamma con un orecchio fasciato, raccontando di essere stato malmenato nuovamente da un operatore. Il Tribunale, secondo il Ccdu, avrebbe preso tempo e non sarebbe intenzionato a intervenire tempestivamente, nemmeno per spostare i bambini in un’altra comunità.
Il caso su facebook. La mamma ha quindi deciso di rendere pubblica la vicenda per sollecitare le autorità ad ascoltare il grido di dolore dei suoi bambini, e ha registrato in un video il racconto del bambino (mentre mimava i maltrattamenti). Questo video è stato poi postato su facebook da alcune amiche della mamma nel gruppo Aiutiamo i Bambini Sottratti Alle Mamme Brasiliane in Italia ed è già diventato virale.
Oggi sul gruppo Facebook sono stati postati anche la foto dell’orecchio bendato e un video della mamma che racconta la sua incredibile storia con più di diecimila visualizzazioni in poche ore. La mamma ha già presentato una seconda denuncia per maltrattamenti, e anche il Consolato brasiliano in Italia, informato della vicenda, si sta attivando.
” Le dichiarazioni del bambino sui possibili maltrattamenti depongono a favore della mamma”, sostiene Paolo Roat Responsabile Nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus, che continua: “Se le accuse di maltrattamento, con tanto di lesioni e lividi registrati nel video, si dimostreranno corrette, forse la controversa “’inadeguatezza genitoriale” sarebbe dovuto essere addebitata agli operatori della comunità non alla mamma. L’allontanamento”, prosegue, “è una grave violazione dei diritti dei bambini perché è interamente basato su valutazioni psicologiche prive di qualsiasi riscontro oggettivo (analisi di laboratorio, radiografie o altro), e dunque – per loro natura – soggettive e opinabili.
Ci auguriamo”, conclude, “che la Consulente Tecnica incaricata dal Tribunale ponga fine a questa ingiustizia, e ringraziamo il Console brasiliano per il suo intervento a tutela dei suoi connazionali. Lanciamo anche un appello al Sindaco affinché intervenga subito come massima autorità sanitaria del Comune. ”











