Un appello lanciato con il cuore in mano e la disperazione negli occhi è quella di un marito che da 5 anni vede la sua compagna di vita, moglie e mamma, spegnersi, lentamente, nell’abisso di una mente che non riconosce nemmeno più se stessa. “Quando l’Alzheimer colpisce un/a giovane la musica cambia, diventa ancora di più devastante per tutti i famigliari, si sottraggono alla società 4 persone minimo, alla vita quotidiana, alla attività lavorativa, alla vita politica e a tantissime altre cose”. Un male in forte espansione anche se i dati in Sardegna non sono ancora quantificati, ma il passaparola nelle strutture che accolgono chi soffre di questo male sparge la voce di tanti, tantissimi casi che mettono a dura prova la vita di chi rimane con la mente collegata con la realtà. “Dall’Agosto del 2020, alla nostra famiglia è arrivata un’amara sentenza.
A Mia Moglie è stata Diagnosticata la malattia di Alzheimer, un duro colpo incassato durante il periodo del look down per SARS-COV.19.
Laureata in Giurisprudenza ed ex Docente, Madre di due Figli.
Per 2 anni abbiamo vissuto l’inferno poiché le varie cure hanno inibito il sistema nervoso, rendendola pericolosa e aggressiva.
Fortunatamente e, grazie al Medico di Base, abbiamo contattato una Struttura Diurna che si occupa di pazienti con Alzheimer.
Dal 2022 abbiam provato a rimettere i piedi per terra e, cercato di riprendere fiato.
La UVA di competenza a seguito di molte visite ci ha indicato la terapia non farmacologica, ottenendo così degli ottimi risultati, a questo, si aggiunge, la professionalità e, la esperienza di tutto il Personale componente il Centro Diurno. Con il passare dei mesi si rinizia a socializzare e riprendere l’attività lavorativa per quelle ore stabilite dal Centro, ovvero 08:30-16:30.
Ci si riorganizza e si tira avanti, soprattutto prestando attenzione alla crescita dei ragazzi, improvvisamente ci si trova a fare il Mammo, lavoro, casa, pulizie, stendere, stirare e, dalle 17:00 pensare anche a Mia Moglie che, anche se non sa più chi siamo ma, pur sempre nota in Noi un punto di riferimento”. L’uomo si mette a disposizione per aiutare, dare dei suggerimenti in base alla storia della sua famiglia, la sua triste esperienza: “Vorrei tornare utile e collaborativo alla bellissima iniziativa presa in questa XIX Legislatura quale, la costituzione della Commissione Alzheimer, mettendo a disposizione la Mia esperienza ma, anche quella di tanti altri Caregiver che si occupano dei casi di early-onset che, ormai dilaga alla grande.
Solo nella Regione Veneto si contano in 2000 casi accertati, in Sardegna ancora non arrivano dati certi, se non quelli Geriatrici.
Ci sono delle soluzioni che si possono attuare e, a costi limitati: si costituisca in Sardegna, presso l’Assessorato alla Sanita’ uno staff tecnico su Alzheimer; si dia valore e aiuto a queste strutture diurne già esistenti e alla esperienza del personale stesso che tanto fa e che, potrebbe essere da giuda ai Giovani che intendo lavorare in questo settore.
Si rivedano gli statuti dei Centri Diurni chiedendo l’aumento delle ore almeno fino alle 19:00 e la apertura domenicale; si formino le ODV specializzate nella ricerca dispersi, anche per la ricerca di persone con Alzheimer (i casi sono in aumento soprattutto per le forme di Wandering e, purtroppo con epilogo nefasto); si raccolgano dati certi sui casi precoci, oramai anche le UVA, dovrebbero dotarsi di Neurologi”.