Carbonia, “costretto a tenere il cadavere di mia mamma per 32 ore in cucina”

La mamma, 80enne, muore. Lui, Gianfranco Meloni, figlio 43enne disoccupato, va dalle assistenti sociali del Comune: “Volevano darmi 500 euro, troppo poco. Solo dopo che ho denunciato tutto all’Asl ho, finalmente, potuto avere bara e funerale: vergognoso”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Ha dovuto tenere il cadavere della madre nella cucina della piccola casa nella quale, già da anni, la donna viveva da sola, dopo la morte del marito. Il motivo? Il mancato aiuto, almeno inizialmente, di un sostegno economico da parte del Comune. Succede a Carbonia, e il protagonista, suo malgrado, della vicenda, è Gianfranco Meloni, 43enne disoccupato, sposato con Manuela, anche lei senza un lavoro: “Viviamo grazie a mia madre, ci aiuta perchè collaboriamo con lei, gestisce una piccola attività”, spiega la donna. Ieri, alle 8:30, il cuore di Anita Caredda, ottant’anni, cessa di battere: “L’ho trovata morta appena sono arrivato in casa, come facevo ogni giorno, per portarle la colazione. Vivo accanto a lei nella zona di Medau Is Serafinis”. L’uomo chiama subito il medico di famiglia: “Ha constatato il decesso, mamma è morta nel sonno”. L’uomo, poi, ha cercato di capire come fare per dare una degna sepoltura a chi l’ha messo al mondo: “Stamattina mi sono recato in Comune insieme a mia moglie, siamo stati mandati dalle assistenti sociali che ci hanno offerto 500 euro, spiegandomi che per ottenere una cifra maggiore e sufficiente per le esequie bisognava attendere almeno una settimana”. Una cifra “insufficiente. Sono subito andato, insieme a mia moglie, all’Assl”. A questo punto, interviene nuovamente la donna: “Ho detto in modo chiaro e tondo che avevamo un cadavere in casa da oltre un giorno e che non potevamo permetterci una bara, raccontando di quanto ci aveva offerto l’amministrazione comunale. Magari abbiamo sbagliato a non rivolgerci sin da ieri al Comune, ma rimane il fatto che la cifra che ci hanno proposto era irrisoria”.

 

Nel frattempo, il figlio si è rivolto a un suo caro amico che è anche titolare di un’agenzia funebre: “Si è offerto di mettere mamma dentro una bara, almeno quello”. Poi, la svolta: “Alle 16:30, dopo oltre trentadue ore dal decesso, siamo stati ricontattati dalle assistenti sociali. Ci hanno dato il nome di un’agenzia funebre alla quale rivolgerci”. Insomma, fine di un calvario durato quasi un giorno e mezzo. “Il funerale di mamma sarà domani, alle 10:30 nella chiesa del Rosmarino. Certo, quanto avvenuto è vergognoso e assurdo: ci hanno fatto aspettare tante ore, dicendoci che non avevano soldi per aiutarci, poi tutto si è risolto all’improvviso. Ho dovuto adagiare il corpo di mia madre su un lettino al centro della cucina, spostando tavoli e sedie. Nell’altra unica stanza della casa, ieri, abbiamo dormito io e mia moglie, ovviamente”.

 

E, a brevissima distanza, arriva anche la replica dell’amministrazione comunale di Carbonia, guidata dalla sindaca Paola Massidda, che sconfessa la ricostruzione fatta: “Si omette di dire che il medico legale ha potuto constatare la morte solo la mattina del 28 agosto alle ore 13:00, avvisato dal figlio della defunta che ha denunciato la morte alle 12:30 della stessa mattina. Agli uffici Comunali è stato richiesto lo svolgimento di un funerale sociale solo alle 10:30 della stessa mattina del 28 agosto, quando figlio della defunta e consorte si sono recati personalmente in Comune accolti dall’assessore alle politiche sociali che li ha invitati a recarsi presso gli uffici delle politiche sociali per le attestazioni dello stato di indigenza. La signora era defunta dalla mattina del giorno prima, ma non può certo imputarsi all’amministrazione comunale di essere stata avvisata solo la mattina di oggi, addebitandole ingiustamente un ritardo nelle operazioni amministrative di ben 32 ore!. Il Comune ha svolto da stamattina alle 10:30, con la massima velocità consentita, tutti gli adempimenti necessari per garantire il pagamento con denaro pubblico di un funerale di una persona che si è dichiarata essere in condizioni economiche disagiate e priva di parenti che potessero contribuire alle spese funebri. Inoltre, il servizio funebre è stato interamente pagato ad un’agenzia funebre”.


In questo articolo: