C’è chi ha mandato un messaggio di cordoglio, in chat Facebook o direttamente sugli smartphone dei due fratelli e della sorella di Luca Mameli, il 35enne accoltellato al Poetto di Quartu al culmine di una rissa. Ma anche chi, in una realtà dove tutti conoscono tutti, quale Capoterra, si è fatto forza ed è andato a porgere le condoglianze direttamente di persona ai parenti stretti del giovane. Uno dei due fratelli, Antonio, ha il cellulare acceso e risponde: “Niente da dire, solo dolore. Non sappiamo ancora niente”, dice, singhiozzando. Il riferimento è all’assassino, cioè chi ha inferto una coltellata fatale al petto di Luca. L’attesa del nome, ovviamente, non lenisce il dolore dell’aver perso quel fratello con il quale aveva condiviso vita ed esperienze lavorative: prima nel bar di famiglia e, negli ultimi anni e sino a poco tempo fa, come portapizze in una pizzeria capoterrese: “Lavoravamo insieme”, aggiunge Antonio. È stata la moglie a dire ad Antonio le ultimissime notizie, lette anche sul nostro giornale online, sul fermo di due sospettati in questura a Cagliari. Ma la loro, descritta da tutti nonostante facessero un lavoro a stretto contatto col pubblico, come una “famiglia molto riservata”, resta infatti chiusa nel suo dolore.
Non aspettano di avere giustizia e non la chiedono, almeno in questi primi momenti, i parenti di Luca Mameli. Il dolore, quel “dolore grande e insopportabile” li ha avvolti totalmente. In serata, il gruppo storico di amici di Luca Mameli è andato a casa di Antonio e degli altri parenti: “Per tutti noi era come un fratello”, racconta Roby, uno dei tanti che su Facebook, già dalla tarda mattinata, aveva postato una foto risalente ai tempi della scuola insieme a Luca Mameli.









