Capoterra – Le miniere di San Leone, un patrimonio storico e culturale di inestimabile valore per la cittadina presto verranno valorizzate e “restituite” al territorio. Il sindaco Beniamino Garau: “L’attuale amministrazione ha preso coscienza dell’esistenza di questo patrimonio culturale dimenticato”. Sarà un lavoro che verrà portato a termine tra non molto quello che concerne i beni inerenti alle vecchie miniere abbandonate ma mai dimenticate. “Nel lontano 2000, l’amministrazione comunale decise di acquisire diversi attrezzi storici delle vecchie miniere, con l’intento di esporli nelle piazze del comune e farli rivivere come testimonianze tangibili del passato industriale della regione. Purtroppo, questi preziosi oggetti, invece di essere ammirati e valorizzati, sono stati abbandonati nei depositi comunali, senza mai essere utilizzati.
L’acquisto di questi attrezzi storici rappresentò un investimento considerevole per il comune di Capoterra, che spese circa 200 milioni di lire per preservare un pezzo di storia locale. Questa mancanza di attenzione ha negato alla comunità l’opportunità di scoprire e comprendere appieno la propria eredità culturale” comunica il primo cittadino. È giunta quindi l’ora di spolverare gli antichi splendori e renderli “alla cittadinanza”.
Le miniere sono legate all’ingegner Leon Gouin che giunse in Sardegna nel 1858 per studiare i problemi legati al mondo minerario. Vi rimase un trentennio.
Nel 1861 la Società Petin Gaudet nominò Gouin responsabile delle miniere di ferro nelle montagne di Capoterra, da lui poi chiamata miniera di S. Leone.
Vista la sua esperienza nel campo dei trasporti maturata durante i suoi lavori per la costruzione della ferrovia Panama-Colon e in altre parti del mondo, nel 1864 costruì la prima strada ferrata della Sardegna della lunghezza di 15 km. La ferrovia collegava la miniera di S. Leone alla spiaggia della Maddalena a Capoterra. Nel territorio di Baccu Tinghinu costruì una villa a ridosso di un vasto bosco; lì visse per diversi anni dopo aver sposato una nobildonna cagliaritana. Gouin è stato un uomo di grande cultura: si interessò di agricoltura, botanica, allevamento, letteratura, ed infine la sua grande passione, l’archeologia. Grazie a lui oggi si può ammirare una delle più importanti collezione di antichi reperti custoditi nel Museo Civico di Cagliari. Nel 2020 l’amministrazione comunale, guidata allora da Francesco Dessì, dedicò una piazza a Petin, a dimostrazione che la comunità è grata e riconoscente del grande lavoro svolto nell’ambito minerario locale.












