Capodanno in Sardegna: l’Isola si accende, ma lo spettacolo migliore è fuori da Cagliari
La Sardegna si prepara a salutare il nuovo anno con un Capodanno diffuso che coinvolge decine di città e piazze. Concerti gratuiti, grandi nomi della musica italiana e format consolidati confermano una strategia regionale che punta su eventi all’aperto e sull’attrattività turistica anche nei mesi invernali.
Se il capoluogo regionale propone una festa istituzionale e ben strutturata, è soprattutto fuori da Cagliari che il cartellone del 31 dicembre appare più audace, variegato e competitivo, con artisti di richiamo nazionale, eventi su più giorni e un’organizzazione che guarda con decisione al pubblico giovane e ai flussi turistici.
Cagliari: una proposta solida ma senza strappi
Nel capoluogo la notte di San Silvestro si concentrerà in piazza Yenne, con il concerto di Giusy Ferreri, affiancata da Mimì Caruso e Myss Keta. Un’offerta coerente e popolare, pensata per un pubblico trasversale e inserita in un programma che si estende dal 30 dicembre al 1° gennaio.
Una scelta prudente, che punta sulla continuità più che sulla sorpresa, e che – pur garantendo partecipazione – appare meno incisiva rispetto alle proposte messe in campo da altre città dell’Isola, dove si è scelto di osare di più sia sul piano artistico sia su quello organizzativo.
Nord Sardegna protagonista: grandi nomi e piazze da record
È nel nord dell’Isola che il Capodanno sardo mostra il volto più spettacolare.
A Sassari, il concerto di Max Pezzali in Piazzale Segni si candida a essere uno degli eventi con la maggiore affluenza, grazie a un artista capace di coinvolgere più generazioni.
Olbia, al Molo 1 Bis, punta su un cartellone di primo livello con Marco Mengoni e dj set fino a notte fonda, confermando una vocazione sempre più orientata ai grandi eventi e al turismo invernale.
Ad Alghero, il format ormai consolidato del Cap d’Any de l’Alguer si estende su tre giorni, con un mix di linguaggi musicali che culmina nel dj set di Gabry Ponte la notte del 31 dicembre. Una macchina organizzativa rodata che trasforma la città in una vera capitale del Capodanno isolano.
A Castelsardo, la scelta di J-Ax dimostra la volontà di puntare su artisti capaci di catalizzare pubblico giovane e social engagement, valorizzando allo stesso tempo uno dei borghi più suggestivi della Sardegna.
Centri medi e piccoli, scelte coraggiose
Anche lontano dalle grandi città, la Sardegna mostra una sorprendente vivacità.
Arzachena porta sul palco Achille Lauro, scommettendo su una proposta contemporanea e scenografica.
A Sant’Antioco, l’ironia musicale di Elio e le Storie Tese offre un Capodanno originale e trasversale, mentre Tortolì sceglie il pop di Benji & Fede, intercettando il pubblico più giovane.
Dal centro dell’Isola al sud-ovest: musica e identità
A Oristano, il concerto di Fedez in piazza Roma rappresenta uno degli eventi di maggiore richiamo mediatico.
Nuoro punta sull’energia rap di Emis Killa, mentre Iglesias sceglie una dimensione più cantautorale con Mannarino, in una proposta che intreccia musica e identità territoriale.
Anche realtà come Bosa e La Maddalena contribuiscono al mosaico del Capodanno sardo, con programmi pensati per famiglie, turisti e residenti, confermando una partecipazione diffusa che va oltre i grandi centri.
Una Sardegna che compete, città contro città
Il quadro complessivo restituisce l’immagine di una Sardegna che, sul Capodanno, non ruota più attorno a un solo centro, ma si presenta come una rete di città capaci di competere tra loro per qualità artistica, format e capacità di attrazione.
In questo contesto, Cagliari mantiene un ruolo istituzionale, ma sono soprattutto altre città a imporsi per scelte artistiche più forti, programmazioni pluriennali e una visione più aggressiva dell’evento come strumento di promozione culturale e turistica.










