La commissione sugli spettacoli non ha dato il via libera definitivo. E il concerto di Mengoni ha rischiato di saltare. Ma il primo cittadino Paolo Truzzu si è assunto la responsabilità e ha dato l’autorizzazione al concerto di Marco Mengoni alla Fiera, in deroga al regolamento, con un’ordinanza sindacale, perché temeva che l’annullamento avrebbe potuto creare “comportamenti violenti e disordini di portata tale da esporre la collettività a una situazione di grave pericolo”. Una scelta delicatissima.
Il retroscena sull’edizione odierna del quotidiano Domani, in un articolo firmato da Andrea Sparaciari.
L’articolo ripercorre la vicenda sull’organizzazione del Capodanno. La polemica sulla spesa complessiva di oltre un milione di euro e il maxi affidamenti diretto “chiavi in mano” alla F Group, la società del promoter Simone Ruscica, una ditta con capitale sociale di 10 mila euro (versati 2 mila e 500), nata poco più di un anno fa, ma in possesso dell’esclusiva per la Sardegna, relativamente alla gestione organizzativa e allestimenti tecnici per l’evento di Capodanno per l’artista Marco Mengoni.
Il palco per l’evento ha ballato il valzer. Previsto inizialmente tra il largo Carlo Felice e via Roma è stato spostato prima in piazza dei Centomila e poi, per esigenze legate alla sicurezza, alla Fiera. Ma anche sullo spiazzo di viale Diaz hanno pesato tantissime incognite legate alla tutela dell’ordine pubblico
Perché appena 2 giorni prima dell’evento la Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo dichiarava che, alla luce di tutte le osservazioni, “non sussistano le condizioni per esprimere il parere di competenza nei tempi previsti per l’evento”, e chiedeva ulteriori integrazioni documentali agli organizzatori.
A questo punto lo show di Capodanno rischiava concretamente di saltare. Solo il 31 dicembre, il giorno stesso del concerto, Fabio Pardelli, responsabile del piano generale della sicurezza dell’evento, ha trasmesso al Comune la documentazione integrativa richiesta dalla Commissione, il tecnico ha accertato, dopo le verifiche, “la non sussistenza di fattori di rischio per la pubblica incolumità”.
Il primo cittadino, che aspettava “20 mila persone in arrivo” , temendo che l’annullamento dell’evento avrebbe potuto determinare “una situazione di totale disapprovazione e contestazione che potrebbero ragionevolmente dare luogo a comportamenti violenti e quindi a disordini di portata tale da esporre la collettività a una situazione di grave pericolo per la sicurezza e la pubblica incolumità” ha preso una decisione delicata e si è assunto personalmente la responsabilità: il via libera al concerto di Mengoni con un provvedimento sindacale autorizzatorio del concerto, in assenza del parere della Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo.








