Una giunta politica per lamentare di essere stata lasciata sola sul tema delle rinnovabili, in un momento che definire delicato è un eufemismo, e la minaccia di dimissioni se qualcuno dei consiglieri regionali dei partiti di maggioranza voteranno la legge di iniziativa popolare, la cosiddetta Pratobello, dopo aver votato la moratoria. E’ quanto trapela da villa Devoto, dove oggi si è tenuta una giunta tecnica seguita, appunto, da una politica.
Stando a quanto si apprende, la presidente Todde, che sta combattendo la sua difficile battaglia sul fronte rinnovabili, stretta fra un passato da viceministra contro cui in tanti puntano il dito e le promesse fatte ai sardi già in campagna elettorale, ha parlato chiaro con i suoi, chiedendo supporto e soprattutto intimando di non votare la legge di iniziativa popolare per la quale si stanno raccogliendo le firme in queste settimane, la cosiddetta Pratobello. Incompatibile, secondo quanto dice la presidente, con l’approvazione della moratoria: chi ha votato la legge 5, sostiene la presidente, non può votare quella che approderà a breve nell’aula di via Roma.
La tensione è già alta, dunque, a pochi mesi dall’inizio della legislatura: e non era mai successo prima d’ora che la luna di miele in una coalizione finisse in così pochi mesi tanto da arrivare già a minacciare le dimissioni.
E’ chiaro che le posizioni di Todde e dei consiglieri regionali che dovranno poi riprensentarsi a chiedere il voto ai sardi sono molto diverse: la prima ha una carriera, non solo personale ma anche politica avviata anche a Roma, i consiglieri devono vedersela con un contesto molto più locale. Il che, naturalmente, rende tutto molto più complicato.
Lo staff della presidente, intanto, conferma la richiesta di maggiore compattezza e presenza degli assessori sul tema rinnovabili ma non, naturalmente, la minaccia di dimissioni. “La giunta è forte e continua a fare il sul lavoro con determinazione e impegno nel solo interesse della Sardegna e del popolo sardo”, fa sapere il portavoce della Todde.