Cagliari, rifiuta la stagione in hotel come cameriera: “Volevano pagarmi 6 euro l’ora per fare servizi ausiliari”

Ha letto tutte le carte e detto “no, grazie”, Anna Maria Magari, 47enne di Sestu. “La paga oraria minima lorda è di oltre 8 euro, invece hanno cercato di farmi accettare un altro contratto da operatrice sociale per darmi una miseria e farmi fare più lavori. Facile, poi, dire che i sardi non hanno voglia di lavorare e spaccarsi la schiena”


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I vari colloqui sarebbero andati bene: “A distanza, in videochiamata, poi di persona”, e lei era pronta a poter lavorare e portare soldi a casa per i prossimi sei mesi. Cameriera ai piani in un hotel di Cagliari, una delle tante strutture che per cercare personale si affidano a società esterne. E Anna Maria Magari, 47enne di Sestu, aveva preso i primi contatti con l’esterno, una srl che si occupa, in “outsourcing”, di garantire i servizi alberghieri quasi riassetto delle camere, la gestione dei momenti conviviali come colazioni e pranzi e le pulizie. “Ma, al momento di firmare il contratto, mi sono bloccata”. Come mai? “La mansione era quella prevista, cameriera ai piani, ma l’inquadramento era con la qualifica di operatrice part time a tempo determinato per il settore dei servizi ausiliari alla collettività, aziende e persone”. Che prevede un pagamento inferiore: “Nettamente inferiore”, sbotta la 47enne, “avrei preso, netti, 6,3 euro l’ora anzichè almeno gli otto euro e trentadue centesimi previsti dal contratto collettivo nazionale per un cameriere d’albergo. Quando ho chiesto spiegazioni hanno tagliato corto, dicendomi che loro fanno lavorare solo a queste condizioni. E non è servito a farmi cambiare idea la promessa di garantirmi un parcheggio riservato e gratuito, per me che sarei dovuta arrivare ogni giorno da Sestu”.
Condizioni giudicate inaccettabili da Anna Maria Magari: “Avrei dovuto fare più lavori per una paga che, lorda, si aggira a circa 4,50 euro l’ora. In un mese avrei guadagnato poche centinaia di euro e, anche col tfr garantito, avrei avuto molto poco”. La donna ha declinato l’offerta ed è tornata a spedire curriculum vitae: “Ho due anni di esperienza in hotel a Costa Rei e Pula, so quanto devo essere pagata. Purtroppo, credo che ci sia qualcun altro che ci cascherà e che sceglierà di farsi pagare meno pur di lavorare, ma non io, non posso permettermelo”. Il finale è molto amaro: “Facile, poi, dire che i sardi non hanno voglia di lavorare e spaccarsi la schiena”.


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