La volontà è emersa nel weekend, con dei messaggi che hanno girato nelle chat WhatsApp, arrivando anche agli occhi dei genitori: da lunedì 28 marzo occupiamo il Convitto. Il motivo o i motivi? Non si conoscono, tanto che più di una mamma e un papà ha deciso di tenere il proprio figlio a casa. Una protesta organizzata dagli studenti dee superiori e che è sfociata, stamattina, in una “occupazione esterna” dell’istituto di via Pintus a Cagliari. Sono in cinquanta a non essere entrati nelle aule e, proprio in questi minuti, gli studenti “ribelli” stanno incontrando il rettore, Paolo Rossetti. Contattato da Casteddu Online, Rossetti conferma l’incontro, e la speranza è che la protesta rientri nel corso della mattinata.
Lo stesso rettore, infatti, con una comunicazione alle famiglie, ieri, aveva spiegato di essere venuto a conoscenza di una presunta occupazione del Convitto: “Deve essere garantito il diritto allo studio a quanti vorranno seguire regolarmente le lezioni. Pertanto, qualsiasi manifestazione sia stata programmata, si dovrà comunque tenere ben presente la situazione concreta su esposta, gli eventuali rischi e conseguenze, anche di natura legale, che potrebbero generarsi e la situazione pandemica ancora in corso. Dichiaro la mia disponibilità ad incontrare gli studenti per un confronto sulla motivazione della loro eventuale protesta”. Che è scattata a qualche ora di distanza e che, se le due parti troveranno un accordo (studenti e dirigenza) potrebbe terminare nelle prossime ore.











