Cagliari, il capoluogo sardo detiene il primato per lavoratori irregolari. Nel 2013 sono stati 5534, seguita da Sassari con 1655, Nuoro 1096, e Oristano 663. Dati forniti oggi dalla Direzione del Lavoro della Sardegna, e che mostrano un leggero aumento rispetto all’anno scorso. Mentre per quanto riguarda i lavoratori in nero, sempre nel 2013, a Cagliari sono stati rilevati 894 casi. I settori interessati sono soprattutto il terziario e l’edilizia, seguiti dall’industria e agricoltura.
Stando all’attività di vigilanza svolta dalla Direzione regionale del Lavoro il maggior numero di contratti irregolari nell’isola si registrano nel settore terziario. In particolare quello del Turismo, dove sta dilagando un nuovo fenomeno: sempre piú strutture alberghiere appaltano i servizi di animazione turistica, esternalizzando l’attività. In molti casi i giovani animatori risultano assunti da società che hanno sede in Svizzera, anche se si tratta di ragazzi italiani che in Svizzera non hanno mai messo piede se non per firmare il contratto. Tipici casi di “concorrenza sleale” e “manodopera low cost”, messi in piedi per sfuggire alla contribuzione italiana, e essere assoggettati a quella svizzera più vantaggiosa per la società che gestisce l’attività. In Italia, infatti, la contribuzione risulta é intorno al 40 per cento, in Svizzera al 6 per cento. In questi casi l’attività dell’Ispezione del lavoro e l’Inps possono solo rilevare le irregolarità e sollevare la questione, ma per contrastare il fenomeno serve un accordo tra i governi degli Stati coinvolti. E poi c’è il fenomeno del falso volontariato, con cooperative che effettuano il servizio del trasporto dei pazienti per conto delle Asl, e dove i volontari in realtà sono dei lavoratori subordinati h24, a vantaggio della società che gestisce il servizio.











