PLUS 2026–2028, il Consiglio dice sì alla delibera di Anna Puddu. In Aula spicca l’intervento della consigliera-medico Roberta Sulis
Via libera dal Consiglio comunale di Cagliari al PLUS 2026–2028, il Piano Locale Unitario dei Servizi alla persona proposto dall’assessore alle Politiche sociali Anna Puddu. Un passaggio atteso e strategico per il futuro del welfare cittadino, approvato con 22 voti favorevoli e 10 astensioni.
La delibera mette nero su bianco una visione ambiziosa: rafforzare l’integrazione tra servizi sociali, sanità e terzo settore, puntando su prevenzione, presa in carico multidisciplinare e sostegno alle fasce più fragili della popolazione – anziani, persone non autosufficienti, malati cronici e famiglie in difficoltà. Al centro del piano anche il ruolo delle Case di comunità e una riorganizzazione delle dimissioni protette, considerate un nodo cruciale per garantire continuità delle cure e alleggerire la pressione sugli ospedali.
Nel dibattito consiliare, uno degli interventi più incisivi è stato quello della consigliera Roberta Sulis (Forza Italia), medico, che ha annunciato l’astensione del suo gruppo distinguendosi per un contributo concreto e privo di contrapposizioni ideologiche. «L’integrazione sociosanitaria è una scelta obbligata – ha sottolineato – soprattutto in un momento in cui la sanità, in alcuni ambiti, vive una vera emergenza civile».
Sulis ha riconosciuto i punti di forza del piano, soffermandosi in particolare sull’importanza delle dimissioni protette: meno giorni di ricovero inutili, più cure a domicilio, maggiore sostegno alle famiglie. «Ogni giorno in più in ospedale – ha ricordato – ha un costo enorme, per il sistema e per le persone». Un modello che, se applicato davvero, potrebbe migliorare l’assistenza e ridurre gli sprechi.
Accanto agli aspetti positivi, però, la consigliera ha acceso i riflettori sulle criticità. Prima fra tutte, il problema della governance: «Quando mancano direzione e commissari, tutto si blocca. Le decisioni non si firmano e i cittadini pagano il prezzo più alto». Un rischio che, secondo Sulis, potrebbe rallentare l’attuazione concreta del PLUS.
Altro nodo centrale è la carenza di personale, sia nel sociale che nella sanità, con un richiamo forte al ruolo dei medici di medicina generale, chiamati a essere protagonisti nelle Case di comunità e nei percorsi di continuità assistenziale. Senza risorse umane adeguate, ha avvertito, il piano rischia di restare un buon esercizio di programmazione.
Non meno importante il tema della rete informatica: interoperabilità tra cartella sociale comunale e sistemi sanitari, sportelli digitali e servizi di prossimità nei quartieri. «Senza una vera integrazione digitale – ha detto – non si va da nessuna parte».
Infine, l’appello al terzo settore, indicato come alleato indispensabile per rendere il PLUS davvero operativo sul territorio, grazie all’esperienza maturata accanto ai bisogni reali delle persone.
L’astensione di Forza Italia, ha concluso Sulis, «non è un no», ma una posizione di vigilanza e disponibilità al confronto. Ora la sfida passa alla Giunta e all’assessore Puddu: trasformare un piano condiviso negli intenti in interventi concreti, misurabili e visibili nella vita quotidiana dei cittadini.











