Cagliari onora i martiri delle Foibe: fiaccole e striscioni-VIDEO

Si è tenuta senza tensioni questa sera a Cagliari la manifestazione organizzata dai comitati “10 Febbraio” e “Io non scordo” in onore delle vittime delle truppe iugoslave di Tito. Guardate il VIDEO


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di Alessandro Zorco

Una corona d’alloro deposta sulla lapide in ricordo dei diecimila martiri italiani massacrati nelle foibe. Poi il suono del silenzio tra gli striscioni, le bandiere italiane e tante fiaccole accese. Circa duecento persone hanno celebrato questa sera a Cagliari la Giornata del ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dei circa 350 mila italiani giuliano-dalmati costretti a scappare dai territori di Fiume, Istria e Dalmazia all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre. Non ci sono state fortunatamente tensioni, anche per la massiccia presenza delle forze dell’ordine cagliaritane.

Alla manifestazione – organizzata dal Comitato “10 febbraio” in collaborazione col Comitato “Io non Scordo” al Parco “Martiri delle Foibe” in via San Lucifero – hanno partecipato tante persone. C’erano gli Alpini, con i cappelli piumati, e i Granatieri di Sardegna. E c’erano anche i rappresentanti del Comune e della Provincia, a testimonianza del fatto che i crimini e le stragi non hanno colore politico, ma dovrebbero essere condannati sempre e comunque. La Regione Sardegna ha partecipato invece soltanto con il gonfalone.

«Anche quest’anno – ha detto Fabio Meloni, portavoce del Comitato 10 febbraio – celebriamo la Giornata del ricordo perché vogliamo onorare un  impegno morale: ricordare il martirio dei nostri connazionali è un impegno con la verità e con la storia»

«Le foibe sono state una delle pagine più angosciose e tristi per il nostro Paese», ha spiegato Luigi Minerba, assessore alle Politiche sociali del Comune di Cagliari. «Vicende come queste non devono essere dimenticate – ha detto Minerba – e rappresentano un monito per tutti. Dovbbiamo costruire insieme le condizioni per una pacifica convivenza». Per la Provincia di Cagliari è intervenuto il commissario Franco Sardi che nel suo breve saluto ha sottolineato che la Sardegna è una “terra di accoglienza”.

Come ogni anno è stato Giuliano Lodes, dell’associazione Profughi, a pronunciare le parole più commosse per ricordare la sequenza di orrori iniziata quando già la guerra era finita e la “pulizia etnica” messa in atto dal maresciallo Tito. «Questa riflessione deve riguardare tutti gli italiani perché l’Italia ha bisogno di tutto tranne che di essere disuniti», ha detto Lodes prima di leggere questo brano del discorso dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella Giornata del Ricordo del 2007: Va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalle foibe e va ricordata la “congiura del silenzio”, la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell’oblio. Anche di quella non dobbiamo tacere – aveva detto Napolitano – , assumendoci la responsabilità dell’aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell’averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali.

«E’ importante che queste parole di autocritica siano state pronunciate da un rappresentante del Partito Comunista, il partito che per tanti anni osteggiò il ritorno degli esuli », ha detto Lodes prima della deposizione solenne della corona di alloro sulla lapide in ricordo delle vittime.

Tutti d’accordo insomma sul fatto che il ricordo delle tragedie non deve essere questione di destra o sinistra, ma una questione di civiltà. Ma evidentemente non la pensa così chi per l’occasione ha imbrattato il muro in viale San Vincenzo con una scritta che inneggia alle foibe. Nel VIDEO di Renato Scano, gli interventi principali della cerimonia. (foto Renato Scano)


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