Cagliari, nuovi e vecchi poveri tra un’auto scassata come tetto e 15 anni senza lavoro

C’è chi l’ha finita a ripararsi nei parcheggi del cimitero di San Michele con in tasca poche monete, come Massimiliano Gargiulo, 52 anni: “Un lavoro e un tetto sicuro per Natale, non chiedo tanto”. O chi, come Giampaolo Meloni, è disoccupato dal 2008: “E fino a marzo non saprò se mi hanno assunto come custode al Comune, mi salvo grazie a mia moglie”


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Ci sono i dati, freddissimi, snocciolati qualche giorno fa in esclusiva su Casteddu Online dal direttore della Caritas cagliaritana, don Marco Lai, “mille poveri in più in città” e confermati oggi nel report finale di un 2022 di tanta tristezza e difficoltà, in una Cagliari dove non trovano lavoro nemmeno i laureati. Cioè giovani. Figurarsi chi ha più di cinquant’anni. Eccoli, i nuovi e vecchi poveri che esistono, purtroppo, tra il capoluogo e l’hinterland. Massimiliano Gargiulo ha 52 anni: “Da un anno e mezzo vivo in un’auto scassata fuori dal cimitero di San Michele. Prima avevo un tetto, poi mio padre è morto e mi sono ritrovato, pian piano, in mezzo alla strada. E da 4 mesi, cioè da quanto l’Inps ha scoperto che non ho un’abitazione, non ho più nemmeno il reddito di cittadinanza”. Ma Gargiulo ha voglia di rimboccarsi le maniche e, anzi, lo sta già facendo: “Sto facendo qualunque lavoretto, da poco ho scaricato anche della legna e mi sono rotto la schiena, ma è più importante mangiare. Ho chiesto aiuto ai servizi sociali del Comune, nulla da fare. Per me non c’è nessun alloggio”, spiega, mentre si prepara a trascorrere l’ennesima notte tra sedili ormai lerci e con l’unica compagnia delle stelle e della luna. “Da qualche anno non lavoro più, in passato avevo anche alloggiato alla Caritas di viale Sant’Ignazio ma, poi, per vari motivi avevo perso il posto. Chiedo un lavoro e un tetto sicuro per Natale, solo questo. Chiunque possa aiutarmi mi chiami al +393279520604”.
Va leggermente meglio, ma non c’è sicuramente di che festeggiare, a Giampaolo Meloni, 56enne di Uta. Lavoro perso nel 2008, una lunga causa e un indennizzo economico, frutto della decisione finale del tribunale, già finito: “Ho un tetto, per fortuna. In casa viviamo in tre ma solo grazie ai soldi che porta a casa con il suo lavoro mia moglie, 1400 euro, ma le spese sono tante e siamo in forte crisi”, racconta. “A ottobre ho fatto la domanda, al Comune di Cagliari, per lavorare come custode o giardiniere, ho esperienza in entrambi i settori. Prima di marzo, sempre se non ci saranno nuovi ritardi, non saprò se sono stato assunto perchè sono in ritardo con le graduatorie. Nel frattempo dovrò continuare a soffrire e a non avere nessuna alternativa. Non mi spetta ancora nessuna pensione, voglio tanto lavorare ma, soprattutto in Sardegna, sembra che tutti vogliano creare le condizioni per non dare nessuna opportunità, o quasi, a chi non è più giovane”.


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