Ha avuto già il Covid ad agosto e, un mese e mezzo fa, è riuscito a sconfiggerlo. Un bimbo di otto anni di Cagliari, però, si è ritrovato da due giorni a fare i conti con un ritorno, in parte inatteso, del virus. E la mamma, una 25enne, non riesce a darsi pace per due motivi: il primo è che al tampone positivo dell’Ats fa da contraltare un test rapido, negativo, fatto dopo il tampone, acquistato in farmacia. Il secondo è che, senza un tracciamento da parte della stessa Ats, è praticamente “blindata in casa. Non posso andare al lavoro, chi resta con mio figlio? Non so se possa aver contagiato anche me, la situazione è assurda”. L’ennesimo caso di un nuovo contagio Covid su una persona guarita inizia qualche giorno fa: “Nella classe di mio figlio, che frequenta una scuola primaria cittadina, un compagno è risultato positivo. Ieri, alla Cittadella della salute di via Romagna, il mio bambino è risultato contagiato, ed è l’unico caso riscontrato tra tutti i suoi compagni”, racconta la donna. Che ha anche scritto due email all’Ats: “Mi potete dare una mano? C’è qualcosa che non va, è assurdo che a distanza di un mese un bambino si sia ripreso il Covid e, facendo il tampone a casa, risulti negativo. Non ho ancora ricevuto una vostra chiamata”.
Dall’Ats hanno risposto, chiedendo un contatto telefonico alla donna. Ma il suo telefono deve ancora squillare: “Mio figlio, fortunatamente, non ha sintomi. Niente febbre e niente malessere: chiedo solo di poter essere sottoposta anch’io, quanto prima, a un tampone. Devo sapere se sono positiva o negativa. Anche perchè, in caso di positività, devo subito avvisare al lavoro per far partire la procedura della malattia e non rischiare di perdere giorni e parte dello stipendio”.








