L’ultimo taglio “desiderato” non c’è stato. Quando ha chiuso il suo locale in via San Giovanni è stato, inizialmente, per il lockdown legato al Coronavirus. Lui, però, Giuseppe Congiu, signor Pino per tutti, settantuno anni, storico barbiere di Villanova a Cagliari, aveva già in mente di mollare la presa: “Ci stavo pensando da un po’ di tempo”. Qualche giorno fa, la decisione definitiva. Sulla serranda, grigia un po’ come il suo umore, ha appiccicato un cartello: “Chiuso per cessata attività”. In quei pochi metri quadri, tra poltrone “antiche”, pareti a scacchi e addirittura il “cavallino” per i bambini, sono entrati migliaia di cagliaritani per un taglio di capelli a regola d’arte o per una sbarbata: “L’intenzione era di chiudere il trenta giugno. Dal primo luglio avrei dovuto iniziare ad utilizzare la fatturazione elettronica, pagandomi pure una linea internet. Chi me lo fa fare?”, afferma Congiu. “A settantuno anni mi voglio riposare, forse farò un viaggio”, ovviamente quando sarà nuovamente possibile varcare il mare. Momento amarcord: “Ho iniziato come dipendente nel 1961 e rilevato la barberia nel 1970. Ho sempre lavorato, praticamente. A Villanova lascio tutti i miei amici, andrò ogni tanto a trovarli e a farmi una passeggiata per il rione”, spiega il barbiere, residente a Sant’Elia. Pennelli, forbici e pettini sono già scomparsi dal salone, e chissà chi arriverà a riempire questo nuovo “vuoto commerciale”.
E poi, immancabile, c’è anche un ricco passaggio sulla questione “sanificazioni” legate al Coronavirus: “Il dover modificare il mio modo di lavorare è stato un ulteriore stimolo a fermarmi definitivamente, i miei clienti sono sempre stati abituati a venire nel salone e, in caso di fila, ad attendere, non ho mai operato con prenotazioni telefoniche. In tanti mi stanno telefonando per chiedermi quando riaprirò”, ma quel giorno non arriverà mai: “Qualcuno si è sorpreso e si è detto dispiaciuto”, osserva Congiu. “Ma nella vita tutto, prima o poi, termina”. Zac!










