La Radioterapia costretta a lavorare a scartamento ridotto per i prossimi mesi al Businco? Uno scenario, legato all’acquisto dei macchinari nuovi, che per la Uil Fpl si può evitare. Ad affermarlo e sostenerlo sono i suoi due segretari regionali, Attilio Carta e Fulvia Murru: “Nella riunione che si è svolta ieri con i vertici aziendali del Brotzu e le organizzazioni sindacali sul tema della radioterapia oncologica, abbiano sostenuto una mancata e preventiva riorganizzazione che evitasse e limitasse i disagi a pazienti molto fragili che hanno necessità di cure adeguate e tempestive. Come spesso accade l’azienda non si è dimostrata capace di prevenire i disagi ai cittadini e ai lavoratori. Spostare il personale a 200 chilometri dalla propria sede di lavoro non solo non è consentito dalle norme e dai contratti ma diventa anche un problema di sicurezza degli operatori. Nonostante questo i lavoratori hanno dimostrato come sempre massima sensibilità e, per il bene dei pazienti oncologici, faranno su base volontaria le prestazioni loro richieste fuori dalla loro provincia”. Come Uil-Fpl “abbiamo chiesto che al personale fosse riconosciuto il giusto trattamento economico, coerente all’enorme impegno professionale, personale e familiare loro richiesto dalla situazione emergenziale ora emersa in tutta gravità. Il trattamento per essere molto chiari non può prescindere da un importo economico pari a 50 euro l’ora. Ribadiamo infine che si affrontino seriamente e tempestivamente tutti i problemi in cui versa l’azienda ospedaliera Arnas, come più volte denunciato da questa organizzazione sindacale, a partire da una seria riorganizzazione interna, dal superamento del precariato , da una congrua rivisitazione delle dotazioni organiche e che si possa aprire finalmente il tavolo negoziale per la contrattazione in azienda”.
Attilio Carta aggiunge che “sicuramente, anche se non l’unica causa, il Covid ha contribuito ad incrementare in modo esponenziale l’enorme difficoltà della Radioterapia, esplosa recentemente in tutta la sua gravità rendendola palesemente ingestibile. Poiché ci continuano a rispondere che i fondi per l’abbattimento liste d’attesa sono esigui, perché non si cerca di recuperare le risorse necessarie attingendo da altri fondi quali ad esempio fondi Covid o quant’altro? Ed incentivare così in modo equo tutti i lavoratori dell’Arnas già notoriamente sotto pagati”.











