Ci sono le droghe “classiche”, quelle che tutti conoscono: marijuana, cocaina, eroina e pasticche piene di questa o quella sostanza: “Ma le più pericolose non sono quelle illegali, ma quelle legali. Alcol, nicotina, gioco d’azzardo”, ma anche “cioccolato, internet e videogiochi”. Parola di Gianluigi Gessa, neuropsicofarmacologo cagliaritano di fama mondiale. A ottantasei anni la sua lucidità nell’esporre tutte le cosiddette “nuove” droghe fa impallidire un diciottenne: “Per il gioco d’azzardo, ad esempio, il meccanismo è uguale. Agisce nelle stesse zone dove agiscono le droghe, producendo i sintomi del desiderio, dell’attrazione, del piacere e soprattutto c’è la tendenza a ripetere”. E fin qui nulla di nuovo – almeno, si spera, per molti -. Ma le sorprese arrivano quando si va a toccare il tema del cibo.
Il caso più noto? “Quello del cioccolato mangiato dalle donne durante il ciclo mestruale, l’attrazione che ha è paragonabile a quella delle droghe”. E, se è vero che c’è pur sempre una differenza tra sbafarsi una tavoletta di fondente o fumarsi una canna, per Gessa questa differenza “non c’è più di tanto. Di solito i drogati da cioccolato non si vergognano di esserlo, spesso lo negano”. Aumento di peso e brufoli sono da mettere in conto, ma ancora più grave, per il neurofarmacologo “sono gli stimoli prodotti, che polarizzano la vita emotiva del consumatore, portando a un degrado verso altri interessi quali rapporti sociali, studio, sonno e sport”.
E, in un’era sempre più tecnologica, si può diventare “drogati” anche di “internet, che fornisce gambling e sesso, e i videogiochi, che agganciano soprattutto i bambini levando loro il sonno e creando una dipendenza, facendoli arrivare a vivere solo per quello”. Che fare? Difficile dirlo: “Si potrebbe proibire la marijuana, ma c’è una industria del tabacco che vuole mettere in commercio sigarette arrotolate meglio di quelle che può realizzare un tossicodipendente. Per non stare nel negativismo totale”, osserva Gessa, “bisogna educare i giovani e i genitori su tutti i pericoli, senza terrore, ma facendo capire loro che, durante l’adolescenza, le droghe possono alterare la maturazione del cervello. Se uno si droga in quel periodo non sarà intelligente, ma mediocre”. Parola di esperto.









