Cagliari, la rabbia degli agenti penitenziari: “Lavoriamo tra molti rischi e pochi controlli”

Da Uta a Is Arenas, da Mamone a Bancali. Esplode la protesta dei poliziotti che lavorano nelle carceri isolane: “Troppi detenuti, molti sono criminali ‘famosi’, e pochi colleghi. All’aeroporto di Elmas siamo costretti a utilizzare un container sporco per ospitare i detenuti. Da anni non ci aumentano gli stipendi”. Ecco i loro sos


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Più sicurezza, per loro e per la popolazione, nuove strutture e un rimpolpamento del personale. Gli agenti penitenziari sardi scendono in piazza per protestare contro quel mare di disagi che, a detta loro, sono costretti a subire da anni in tutte le carceri isolane. E, dopo le difficoltà “tra le sbarrec, ci sono anche quelle negli ospedali. Il repartino utile a ospitare i detenuti dentro il Santissima Trinità? Non è stato ancora consegnato. E, negli aeoroporti sardi, su tutti Alghero e Olbia, non ha nessun locale idoneo. “La popolazione detenuta presente in Sardegna negli ultimi anni è mutata notevolmente, rispetto al passato, ed ora ci sono anche detenuti di altissimo spessore criminale, molti dei quali conosciuti alle cronache”. I poliziotti, insieme ai principali sindacati, hanno dato vita a un sit in di protesta sotto il palazzo del Consiglio regionale, in via Roma. La loro speranza? Un intervento della Regione per “smuovere” una situaizone che, più di un sindacaliata, bolla come “inaccettabile”.
E loro, i poliziotti penitenziari, si sono raccontati a Casteddu Online. C’è chi lavora da trent’anni a Is Arenas e si trova a dover fare i conti con decine di detenuti ai quali dover badare, da solo, e uno stipendio “bloccato” da anni, e chi a Mamone non sa a quale direttore rivolgersi, semplicemente perché non ce n’è uno fisso. Le loro storie si possono leggere nel corso delle prossime ore sul nostro sito www.castedduonline.it 


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