Ha la voce affaticata ma giura che sta lottando ogni istante di ogni giorno, ormai da oltre due anni, per la figlia. Maria Gabriella Mancini ha 49 anni, è di Quartu ed è casalinga. Il suo domicilio, però, è come se l’avesse spostato a Cagliari, al Santissima Trinità. È lì che passa le sue giornate, accudendo la figlia, appena maggiorenne. Una storia difficile, fatta di crolli e tentativi di rialzarsi, quella che la donna ha voluto raccontare alla nostra redazione. C’è il diritto alla salute, quello alla serenità e all’umanità, nelle sue parole. La Mancini ha già prodotto tutte le carte per continuare ad essere, come lo era sino a quando era minorenne, la tutrice della figlia: “So che ce la farò, lo devo per la mia piccola. Chiedo al centro di salute mentale di Quartu che mia figlia venga messa in una struttura adeguata e che faccia il percorso che ha il diritto di fare. Da oggi ho iniziato lo sciopero della fame e della sete sino a quando non otterrò questo risultato”. Ecco, di seguito, il suo racconto.
“Mi chiamo Gabriella Mancini e sono la mamma di una 18enne che ha passato l’ultimo anno quasi interamente in Psichiatria 1 al Santissima Trinità. Ha iniziato a soffrire di anoressia nervosa che via via si è associata ad un disturbo della personalità. È stata per 10 giorni in una struttura a Domusnovas ma alla prima difficoltà (rifiuto di bere, mangiare e prendere i farmaci) l’hanno riaccompagnata all’ospedale. A quanto pare non si trova una struttura in continente che possa accoglierla, allo stesso tempo qui non riescono se non a sedarla, quindi la soluzione migliore è riportarla a casa. La vita di una ragazza di 18 anni è con un infermiere al suo fianco perché non beve? Questa non è vita. Lei ha bisogno di fare un percorso, qui non sono in grado di capire che cosa siano i disturbi alimentari, non sono capricci. Da oggi inizierò anche lo sciopero della fame e della sete sino a quando la mia bambina non sarà messa in una struttura adeguata. Il mio compagno è morto 15 giorni fa e oramai non ho più niente da perdere”.









