L’accordo per una prestazione sessuale a pagamento? Solo una scusa per rapinarla e violentarla: Abou Sow, il senegalese arrestato dai carabinieri di Cagliari per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina a mano armata e lesioni, aveva probabilmente confezionato tutto il piano nei minimi dettagli. Lui e la vittima si conoscevano: in passato tra i due c’erano state delle telefonate e dei messaggi, come hanno spiegato i carabinieri del Comando provinciale durante la conferenza stampa. Dopo essere entrato nell’appartamento della donna nel Corso Vittorio, la notte del 20 gennaio scorso, l’ha prima minacciata con un coltello e poi, dopo aver preso trecento euro in contanti e degli oggetti preziosi, l’ha costretta ad avere un rapporto sessuale. Accanto a loro c’era un altro uomo, un conoscente del senegalese, che sinora non risulta indagato. I due, prima di fuggire, l’avrebbero legata con del nastro adesivo e dei lacci: la malcapitata, però, è riuscita a liberarsi e scappare dalla casa, raggiungendo piazza Yenne: lì, semivestita e impaurita, ha chiesto aiuto a dei passanti. Qualcuno ha chiamato il 112, e i carabinieri hanno raccolto tutte le testimonianze utili per rintracciare l’aggressore.
Che, infatti, è stato trovato: la sua fuga è stata “immortalata” da una telecamera di sorveglianza. I vestiti trovati nel suo appartamento di Is Mirrionis erano gli stessi indossati nella notte della follia. L’uomo, pregiudicato, si trova rinchiuso nel carcere di Uta.











