Ha eseguito tutti i rilievi sulle foto e i video dell’appartamento di Bacu Abis e le sue perizie sono state fondamentali, alla fine, per il giudice che ha decretato che Valentina Pitzalis fosse stata vittima della follia dell’ex marito Manuel Piredda, che ha tentato di darle fuoco e che è rimasto ucciso nell’incendio. Luciano Saccà, 60 anni, è l’ingegnere nominato dalla stessa Pitzalis come consulente di parte. Un ruolo importante: prove tecniche, fotografiche e documentali sono tra gli atti del lungo processo. Quando ha terminato la sua opera, Saccà ha spedito una parcella di 31140 euro. A oggi, però, ne ha ricevuti seimila. Ed è da qui che inizia la sua battaglia, supportato dall’avvocato Pasquale Gigliotti. Da un lato c’è Saccà che sostiene che quanto incassato possa, al massimo, “essere inteso come un acconto”, dall’altro c’è la giovane, rimasta sfigurata dopo il rogo e diventata uno dei simboli della lotta contro la violenza sulle donne che, tramite l’avvocatessa Adriana Onorato, fa sapere che “abbiamo pagato ciò che dovevamo. Se Saccà ha altre rimostranze può rivolgersi ad un giudice”. Dal 2020 a oggi c’è stato un tentativo di negoziazione, ma entrambe le parti non si sono smosse di solo un centimetro
In un documento prodotto dall’avvocato Gigliotti, una bozza di un ricorso al giudice civile ancora non depositata, si legge chiaramente che “il prospetto dei compensi professionali indicato è stato redatto in coerenza con uno studio effettuato dal Consiglio dell’Ordine degli ingegneri di Monza e Brianza, nel quale vengono indicate le linee guida per il calcolo degli onorari in relazione all’attività espletata dalla categoria professionale di appartenenza”. Viene anche specificato che “la onlus ‘Fare x bene’ ha operato in favore della Pitzalis, la cui attività principale è consistita nella raccolta fondi onde consentire alla stessa di far fronte alle spese (processuali e per i consulenti tecnici di parte) necessarie per la difesa nei richiamati procedimenti penali. L’esito della raccolta fondi si è rivelato particolarmente positivo, essendo stata raccolta una somma pari a 126mila euro”. Carte, doveroso dirle, che non sono state ancora trasmette al tribunale, ma che presto potrebbero essere validate. Luciano Saccà, infatti, spiega che “sto aspettando di avere il via libera alla mia parcella dall’ordine nazionale. Quello regionale sostiene che avessi dovuto firmare un accordo economico, con Valentina Pitzalis, prima di svolgere i miei lavori. Se ci sarà il via libera a livello nazionale al mio onorario andrò dal giudice”. Le porte del tribunale, però, è pronto a varcarle anche in caso di esito negativo: “A quel punto voglio che sia un giudice a definire se ho ragione io o la Pitzalis”. Che, sempre tramite la sua legale, negli ultimi anni ha risposto anche alla richiesta di una stipula di convenzione assistita formulata dal legale di Saccà rimarcando che 31140 fosse una cifra “spropositata ed esorbitante in rapporto all’attività svolta ed al tempo per svolgerla”. La battaglia, comunque, sembra destinata, almeno per quanto riguarda Luciano Saccà, ad andare avanti già nelle prossime settimane.












