Cagliari, il turnover che funziona: la squadra è un’unità guerriera

L’analisi di Nino Nonnis


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di Nino Nonnis

Quando ho visto la formazione ho esclamato “esagerato!”. Messi non fa turn over da sempre e nel Cagliari lo fanno in sei, tutti insieme, alla quarta giornata. Ai miei tempi giocavamo cinque ore ogni giorno e mia madre non mi ha mai detto “Oggi no. Oggi riposi”. Dopo il loro gol ho detto “E adesso? Le metti le gomme da bagnato?”. Non so cosa abbia pensato Rastelli in quel momento. Per fortuna mia non mi ha sentito. Scopigno, quando gli fu chiesto se nel cambio Longoni Mancin il Cagliari ci avesse guadagnato o perso, rispose “Sono due pipe uguali”. I sostituti del Cagliari non sono pipe, almeno per la serie B, e sono quasi uguali. Fossati ha confermato in pieno le buone referenze; Cerri sarà la torre che ci è sempre mancata, e non basta l’altezza per esserlo, come dimostra Larrivey; Krainc ha un magnete che lo tiene incollato all’uomo; Munari ha mostrato disciplina tattica e applicazione; Giannetti si muove, sgomita, tira i rigori; Pisacane marca il suo uomo anche all’intervallo, per tutta la fascia, non si accentra come facevano Pisano e Avelar, e infatti in area arrivano meno cross agevoli. Abbiamo vinto con pieno merito e l’unico patema che ho provato è stato puramente teorico, dovuto alla brutta esperienza passata con la Ternana. Ogni punizione dal limite ho temuto lo scherzo. I rigori c’erano, quello su Dessena ingenuo, quando mai si entra così, in area, su uno lanciato sul fondo. Qualche miglioramento ulteriore c’è stato: in intensità agonistica, infatti abbiamo fatto molti falli anche noi, mai vistosi o da ultima chance. Unico appunto: tendiamo a voler velocizzare troppo l’azione, la ripartenza, con passaggi al volo che si perdono nei paraggi. Manco fossimo l’Argentina. I gol li stiamo facendo con regolarità e creiamo occasioni limpide, come quella fallita da Pedro. Adesso so, Rastelli evidentemente lo sa da tempo, che possiamo contare su tutta la rosa. L’anno scorso abbiamo patito e scontato l’assenza di Sau. La mia fiducia in Rastelli cresce. Possiamo fare ancora meglio specie se ci impostiamo in una umiltà guerriera. Quella che ha la Juve della serie A. E anche quella che il Milan di Mihaljovic sta acquisendo. Ho visto Farias duellare fisicamente davanti alla nostra area, non me l’aspettavo. Essere smentito in certi casi è un piacere. 


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