Cagliari, il triste record di Stefano: “Con la tetraparesi spastica e primo escluso dalle nuove case popolari”

Un tetto ce l’ha, in via Schiavazzi, al terzo piano di un palazzo. Stefano Saba, 41 anni, è risultato tra gli aventi diritto a un alloggio al piano terra di via Flumentepido a gennaio, prima che gli uffici comunali decidessero di annullare l’elenco. Il fratello Alessandro: “Dopo mesi di speranze una doccia freddissima, dicono di essersi sbagliati, ma intanto la sofferenza è tutta nostra”


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Accarezza il suo cagnolino mentre, sul divano della casa popolare di via Schiavazzi a Cagliari, quasi maledice di aver saputo dai suoi familiari, lo scorso gennaio, della possibilità di avere un cambio di alloggio, prospettato dal Comune. Lui, Stefano Saba, 41 anni, dalla nascita ha una tetraparesi spastica che gli rende difficile, ovviamente, qualunque movimento. La sua nuova casa sarebbe dovuta essere un appartamento in via Flumentepido, ma dopo un primo ok gli uffici comunali hanno cambiato la graduatoria e il suo nome è scomparso. Lui ha deciso di raccontare il fattaccio su Facebook, con tanto di post pubblico: “Al comune di Cagliari funziona così: ti convocano per assegnarti un nuovo alloggio e tu che passi la vita tra il letto e la carrozzina ti gasi! Vivi al terzo piano di un palazzo dove l’ascensore fa i capricci per almeno la metà dell’anno, tuo fratello deve caricarti sulle spalle, portarti giù per le scale e fare lo slalom tra i liquami fognari, anche quelli ci fanno compagnia per gran parte dell’anno, per farti prendere un pochino di aria. Ti presentano la planimetria di un grazioso appartamento al piano terra che affaccia nella via Serbariu, stiamo parlando delle nuove case di via Flumentepido. Ti prospettano delle tempistiche, fanno raccomandazioni su quello che si potrà e non si potrà fare. Su quell’appartamento c’è su scritto il tuo cognome. Le hanno chiamate assegnazioni preliminari, forse consapevoli del fatto che avrebbero combinato un gran pasticcio. Dopo tre mesi esatti ti riconvocano in quello stesso ufficio per dirti che si erano sbagliati. Dicono che la legge da spazio a varie interpretazioni e non se ne faceva più niente. Mi sono ritrovato primo degli esclusi con la mia tetraparesi spastica ad accompagnarmi alla porta. Ma io che ho già i miei grandi problemi nella vita, come faccio a non fidarmi e ad affidarmi a te politico che dovresti fare i miei interessi? Non sei forse pagato profumatamente per interpretarla nel modo giusto la legge? Se non lo fai tu, chi diamine dovrebbe farlo?”.
Il fratello e amministratore di sostegno, Alessandro, conferma in pineo la beffa: “Il 17 aprile scorso siamo stati al quarto piano del palazzo comunale di piazza De Gasperi e lì, davanti anche all’assessora comunale dei Lavori Pubblici, abbiamo tristemente scoperto che quello di mio fratello era il primo nome degli esclusi”.