Il testo unico sul settore Turismo, stilato in consiglio regionale, non piace alle associazioni imprenditoriali che si occupano di questo settore. Lo hanno detto a chiare lettere questa mattina, durante una conferenza stampa congiunta, Alberto Bertolotti (Confcommercio), Alberto Scano (Confindustria), Sandro Salerno (Confesercenti) e Silvana Manolita (Confapi Sardegna), che hanno chiesto alla commissione Attività produttive del Consiglio regionale di modificare il provvedimento legislativo e rivedere alcune parti ritenute “confusionarie, è datato, verboso, ridondante – si legge nella proposta avanzata dalle associazioni di categoria – in molte parti inutile e, addirittura, dannoso. Non appare affatto volto a costruire le reali condizioni per un forte e qualificato turismo in Sardegna, a promuovere con competenza ciò che serve ed rimuovere gli ostacoli impropri per i nostri operatori che competono sui mercati locali e internazionali”.
UNA CABINA DI REGIA. “Ciò che serve è una sorta di nuova cabina di regia – hanno detto all’unisono Confcommercio, Confindustria, Confesercenti e Confapi Sardegna, ridare una governance al turismo, interpretando in maniera corretta le attuali dinamiche del settore a partire dall’accessibilità con i trasporti interni ed esterni, lottare contro l’abusivismo e riconoscendo con merito l’offerta dei soggetti che lavorano nell’Isola con professionalità e impegno”. Alle quattro associazioni di categoria è stato promesso da parte dei membri della commissione regionale che saranno riviste alcune parti e nel caso, saranno modificate. L’obiettivo è quello di snellire una legge di settore dove tutti possono trarne beneficio: “Oggi fare turismo in Sardegna è quasi eroico – scrivono – considerata l’assenza di una seria e moderna infrastrutturazione e delle normali condizioni di accessibilità esterna ed interna. Manca inoltre un vero e proprio piano strategico per il Turismo e vere risorse per l’Assessorato. Gli obiettivi prioritari dovrebbero piuttosto essere sburocratizzazione, snellimento e semplificazione delle normative evitando di creare nuove e complicate sovrastrutture legislative, che finirebbero per ostacolare anziché sostenere l’attività delle imprese turistiche. Altre tematiche, pure rilevanti, non dovrebbero essere governate dalle leggi quanto piuttosto lasciate alla disciplina del mercato ed all’iniziativa dei singoli operatori per non configurarsi come paletti inutili o enunciazioni fini a se stesse. I legislatori regionali devono creare quelle condizioni normative e di contesto minime affinché possa concretizzarsi l’obiettivo di rendere il turismo effettiva leva di crescita dell’economia sarda, avendo consapevolezza che l’attuale competitività delle destinazioni turistiche è determinata non solo dalla pure importante capacità ed organizzazione dell’offerta, ma anche e soprattutto da altri fattori esogeni che hanno 4 una incidenza assolutamente decisiva: a partire dall’accessibilità e dai trasporti, proseguendo con il contrasto serio all’abusivismo, passando per una vera governance di sistema fino ad una politica promozionale coordinata”.
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