Cagliari, i ristoratori della Marina riaprono e sfidano la crisi: “Ma senza turisti sarà difficile”

Tavolini esterni piazzati, riaprono gli storici ristoranti e trattorie ma prevalgono i timori: “I clienti abituati a mascherine e distanze, ma senza vacanzieri incasseremo la metà”


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Da via Sardegna a via Baylle, da via Barcellona a via Napoli. Dopo quasi tre mesi di lockdown riaprono la maggior parte dei ristoranti della Marina, a Cagliari. Tavolini in meno, igienizzati all’entrata, nuovi spazi fuori e meno personale. Da Lillicu a Ci Pensa Cannas, dall’Antica Cagliari alla Locanda Margherita. Le cucine sono già in funzione e i registratori di cassa pure. C’è tanta voglia di sfidare la crisi, dopo tante settimane di incassi pari a zero, ma ci sono anche i dubbi in vista di un’estate che, dal punto di vista turistico, potrebbe non decollare come gli anni passati. Torneranno le crociere, gli aerei riprendono tutti i collegamenti, ma la domanda è una: i vacanzieri sceglieranno la Sardegna e Cagliari nell’estate del Coronavirus? Senza di loro, le casse rischiano, bene andando, di essere semivuote. E, in un primo giugno con gli odori di pesce fritto e bistecche grigliate che tornano nel rione portuale cagliaritano, le dita dei ristoratori sono incrociate.
Franco Lai, gestore della Locanda Margherita: “Ho già ricevuto prenotazioni, i clienti non fanno troppe domande sulle norme da rispettare, io ho messo tavolini anche fuori, bene a distanza. I turisti? La settimana prossima dovrebbe arrivare una nave da crociera, speriamo che arrivino anche per tutta l’estate”. In caso contrario, “bisognerà puntare tutto sui cagliaritani. Speriamo bene”. Serrande nuovamente sollevate anche per il bistrot e per il ristorante Antica Cagliari. Alberto Melis è netto: “Abbiamo studiato bene tutti i protocolli da seguire per evitare multe, oggi riapro e, per fortuna, non ho dovuto licenziare nessuno. Qualche collaboratore è ancora in cassa integrazione. La Marina è da sempre un rione turistico, soprattutto da quando è stato pedonalizzato. I vacanzieri valgono almeno un cinquanta per cento degli incassi, ora come ora confido soprattutto sui clienti cagliaritani e su chi arriva dall’hinterland. La paura? L’abbiamo già sfidata in questi mesi di chiusura”. 


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