“Via i campi di calcetto e basket: meglio una piazza e un parco da intitolare a Emanuela Loi”. La richiesta arriva dagli abitanti della zona di via Castiglione, che hanno messo nero su bianco una petizione di contrarietà agli spazi sportivi di via Monsignor della Casa (tra via Bembo, via Serra e via Stampa) dichiarandosi invece favorevoli alla creazione un’area verde da intitolare alla memoria della poliziotta uccisa dalla mafia nell’attentato di via D’Amelio a Palermo che costò la vita al giudice Paolo Borsellino.
Gli abitanti della zona chiedono al Comune di Cagliari di ripensare “lo spazio di via Monsignor della Casa, progetto sbagliato in quanto i campetti sono incastonati tra i palazzi” e chiedono una conversione “come avvenuto per il campo Cima…trasformato nel Parco della Musica”.
Questo perché i campetti di via della Casa “sono un doppione, è già presente un campo da basket a 200 metri in via Castiglione, i campi da calcio della Sigma che si spera saranno riqualificati e un terzo campetto da calcetto nell’area della chiesa da ristrutturare. Il parco pubblico aumenterà il pregio del quartiere, mentre il campo da calcetto/basket porterà ad una svalutazione immobiliare degli appartamenti che affacciano sulla zona in questione, peggiorando la qualità della vita dei residenti (inquinamento acustico)”.
Inoltre “l’illuminazione di una struttura sportiva come un campo da calcetto regolamentare/basket potrebbe generare effetti negativi sui residenti. L’eccessiva vicinanza del campo alle case, sarebbe fortemente impattante per quanto concerne i rumori acustici che i residenti sarebbero costretti a subire. Nei palazzi vivono tante persone anziane con problemi di salute e in alcuni casi con difficoltà a deambulare. Sarebbe scorretto danneggiare queste persone, che hanno tutto il diritto alla tranquillità e alla quiete. Questo quartiere borghese ha la sua peculiarità nella tranquillità, con il progetto del campo da calcetto/basket verrebbe snaturato il rione. Questo quartiere è il centro nevralgico per i residenti di altre zone, come gli abitanti di via Salvator Rosa, le persone che vivono nei villini dietro via Biasi, Cep, Quartiere Europeo, via Machiavelli, via Cattaneo, via Sarpi e via Paruta. Un punto centrale senza un centro, una piazza o un parco, forse è un caso unico a Cagliari. Il Comune”, si legge nel documento, “non può permettere che per assecondare i desideri di pochi si vengano a svalutare le case di centinaia di famiglie che con sacrifici hanno pagato mutui e lavori di ristrutturazione, pertanto, avrebbero il sacrosanto diritto di non rischiare di vedere il loro investimento dilapidato. Il progetto alternativo di un piccolo parchetto con un campo polifunzionale allargato sarebbe anche dal punto di vista visivo un’opera che deturpa.
I residenti negli anni ’90 del secolo scorso hanno già dimostrato la loro contrarietà ad avere un’area sportiva intensiva sotto le loro case. Un esempio esplicativo di questa volontà è rappresentato dall’abbattimento, effettuato dal Comune, su richiesta dei residenti, delle tribune che erano presenti davanti al campo da basket.
Gli abitanti chiedono una piazza / parco rionale, data l’assenza di spazi di socialità e aggregazione per i residenti. “Diventerebbe il cuore del quartiere, uno spazio vissuto dalla cittadinanza” con panchine per garantire agli anziani la possibilità “di relazionarsi, anche solo per leggere il giornale o prendere il sole”. L’area dovrebbe avere, chiedono i firmatari della petizione, un’area giochi che soddisfi le esigenze della nutrita presenza di bambini nel quartiere dove insistono sette scuole (2 materne, 2 elementari, 2 medie + i geometri) e il potenziamento dell’area fitness. Un prato verde per le associazioni sportive (esempio: yoga, danza, tai chi, ginnastica dolce ecc) e la parete di arrampicata per bambini. Sì anche a contest tra studenti e i muralisti per creare delle opere di street art all’interno del parco, nei muri perimetrali dei palazzi adiacenti (con l’autorizzazione dei residenti, tanti sono favorevoli all’idea del parco, quindi non sarà un problema, e rispettando l’iter comunale del caso).











