Mentre quasi tutti i gruppi politici sembrano favorevoli al nuovo Piano Urbanistico Comunale di Cagliari, c’è una voce fuori dal coro, ed è quella del consigliere Giuseppe Farris. “Voterò contro”, annuncia, anticipando quella che potrebbe essere una solitaria opposizione all’interno della Commissione Urbanistica, che la prossima settimana dovrebbe licenziare il piano. “La prossima settimana la Commissione Urbanistica dovrebbe licenziare il nuovo Piano Urbanistico di Cagliari. Voterò CONTRO e, probabilmente, sarò l’unico a farlo. Le linee guida del Piano risalgono al 2017 ( II’ Giunta Zedda) ma a riempirle di contenuti ci pensa la Giunta Truzzu. Al termine della passata Consiliatura il PUC si arresta alle soglie del Consiglio Comunale che, invece, lo adotterà a breve, a distanza di un anno e con modesti e secondari correttivi. In breve: l’impianto è lo stesso, per cui si può affermare SERENAMENTE, che piace tanto a SINISTRA (Zedda & C.) quanto a DESTRA (Truzzu eredi & C.).
Come mai ?
La ragione è assai semplice: il CETO POLITICO che si è avvicendato negli ultimi 15 anni non aveva competenze per elaborare una propria IDEA DI CITTÀ che, partendo da un’ analisi di contesto, potesse essere poi versata in un piano ORGANICO. Si è proceduto per TEMI, affidandosi a professionalità esterne che hanno lavorato separatamente, con il risultato che le soluzioni individuate non dialogano fra loro, sono ETEROGENEE e, di frequente, non considerano le peculiarità del contesto cagliaritano. Ancora una volta, si insegue il MAINSTREAM imperante a Bruxelles: se vuoi ottenere finanziamenti devi dichiarare GUERRA ALLE AUTO, devi realizzare PISTE CICLABILI, sei libero di trasformare il centro storico in una GRANDE TAVOLA CALDA, e puoi anche espellere i residenti a decine di KM di distanza per fare spazio alle LOCAZIONI TURISTICHE. Mentre altrove ( per es. A Bari o a Firenze, per stare in Italia, o Barcellona, per andare all’ estero) questi temi vengono affrontati, qui siamo alla resa. Qualche esempio: Il PIANO DEL VERDE (parte integrante del PUC). Il Regolamento è (maldestramente) scopiazzato da quello in vigore a Milano (che ci azzecca non lo so). A fronte di un Comune che ha un rapporto con il VERDE PUBBLICO come quello che ho io con la DANZA CLASSICA, si prevede che il VERDE PRIVATO sarà sottoposto ad AUTORIZZAZIONI. Si costruiranno nuove case per 10.000 persone (mentre si predica un minore consumo di suolo), ma non corrisponderanno a nuovi abitanti, come sostiene CONFUSAMENTE l’Assessore all’ Urbanistica. Nel frattempo, ci si dimentica del quartiere di Castello, oramai DISABITATO e trasformato in un SET FOTOGRAFICO. SI consente allo Stato Italiano, dopo averlo dismesso, di trasformare in UFFICI il vecchio carcere di BUON CAMMINO. In una città che ha un’ età media di 53 ANNI, che PERDE 1000 ABITANTI L’ANNO, da cui a fuggire sono i più GIOVANI, LE MIGLIORI INTELLIGENZE, IL FUTURO, all’orizzonte si staglia, nitidamente, un colossale LUNA PARK, frequentato da RICCHI CAGLIARITANI e da POVERI TURISTI. L’IDENTITÀ cittadina, già violentata nei luoghi, verrà ulteriormente oltraggiata nel MODO DI VIVERE CASTEDDAIO. Questo è un PUC, buono per qualunque città, che trasformerà Cagliari in un NON LUOGO.
E tutto questo avverrà per il tramite di un Consiglio Comunale in cui la STRAGRANDE maggioranza dei VOTANTI si esprimerà per APPARTENENZA, senza aver letto la proposta di deliberazione. Semplicemente schiaccerà un pulsante verde. Detto dell’opportunità persa, resta un’auspicio: il precedente PUC, del 2003, è stato realizzato in misura inferiore al 25%. Questo, speriamo, resti quanto più possibile sotto la soglia”, conclude.











