Non solo: un genitore, accorso nei pressi di piazza Sant’Eulalia per la figlia in preda a un grave malore dovuto all’eccesso di alcol, entra dentro una rivendita e tenta di aggredire il rivenditore di alcolici. I residenti: “È arrivata l’estate, temiamo il peggio se chi di competenza non attua interventi ben mirati”. Ancora un sabato sera all’insegna della violenza e dei fiumi di alcol che scorrono a suon di drink mescolati con, presumibilmente, psicofarmaci o altre sostanze per accentuare gli effetti dello sballo. Il risultato? È quello sotto gli occhi dei cittadini del cuore della città che, anche ieri sera, hanno assistito, impotenti a due gravi fatti che hanno visto come protagonisti i giovanissimi che il fine settimana si ritrovano nello storico quartiere.
Una corsa sfrenata tra le vie strette della Marina è stata notata da alcuni cittadini che, richiamati dalle urla “ti ammazzo” ha coinvolto circa 20 giovanissimi: “Uno scappava, gli altri erano dietro. I primi della fila erano sicuramente gli aggressori, gli altri, invece, seguivano sempre di corsa. Abbiamo notato almeno un uomo, presumibilmente del team degli psicologi operatori di strada, che è intervenuto in difesa del ragazzo minacciato dagli altri, alcuni di loro hanno detto che avevano un coltello in tasca. È stato salvato in tempo, chissà cosa sarebbe accaduto altrimenti”. Poco dopo, da quanto racconta chi ha assistito all’escalation di violenza, altre urla sono state udite nei pressi della piazza già tante volte identificata come uno dei punti di ritrovo più importanti per i giovanissimi del fine settimana: “Due ragazzine erano visibilmente ubriache. Si sono sentite veramente molto male, sono state soccorse dagli psicologi operatori di strada che hanno prestato assistenza. Ad un certo punto è arrivato il papà di una di loro, ha urlato e si è scagliato contro una rivendita di alcol lì vicino accusando i presenti di aver venduto alcolici alla figlia. Era il caos, ci siamo spaventati e preoccupati per queste ragazze che stavano malissimo”.
Questo è quanto raccontato da chi ha assistito ai fatti, parla ma non senza timore poiché definisce la situazione “grave, allarmante” anche per le armi tenute in tasca dai giovanissimi che non nascondono di averle. Una “moda”, oramai, avere un coltello con se, è routine come fare abuso di alcolici mischiati con sostanze come droga o psicofarmaci. Un mix esplosivo che devasta il corpo e la mente di chi è in fase di crescita. “Ho ancora nella testa le parole del papà rivolte ai venditori di alcol, “avete rovinato mia figlia”. Sapendo ciò che accade, però, penso sia giusto che i figli escano ma con la vigilanza dei genitori”.
In merito a questo argomento di recente si era esposto anche Luca Pisano, psicoterapeuta, direttore Master in Criminologia e Centro studi per la famiglia IFOS: “Si è genitori anche il sabato sera. Non lasciamoli soli”. “È necessario che i genitori si riapproprino della funzione educativa, anche nel tempo libero dei figli. A Cagliari e nell’hinterland – ma il messaggio vale per tutta la Sardegna – preadolescenti di 11-13 anni non possono essere lasciati in giro da soli il sabato sera, senza meta né supervisione. Non si esce “per ciondolare”: si può andare da un amico o un’amica, o uscire in gruppo, ma sempre con la presenza di un adulto. A questa età la vulnerabilità è alta e le pressioni del gruppo possono condurre a comportamenti rischiosi e trasgressivi, rilevanti anche sotto il profilo giuridico”.
E per i più “grandi”?
“Per gli adolescenti dai 14 anni in su non si può vietare di uscire. Ma è fondamentale che i genitori non spariscano dai luoghi frequentati: non serve il controllo ossessivo, ma una presenza discreta sul territorio, necessaria per proteggere i ragazzi da rischi reali e concreti. Alcol, droghe, risse, bullismo, danneggiamenti agli spazi pubblici. Quindi bisogna farsi vedere nei luoghi di aggregazione, parlare con altri genitori, conoscere le abitudini dei propri figli e creare alleanze educative”.
Responsabilizzare, quindi, ma ciò “non significa infatti lasciare i figli liberi di fare tutto quello che vogliono.
Abituarli a serate/notti in strada, zero limiti, assenza di figure di riferimento, può diventare una forma di abbandono educativo”.
Un tema complesso che costituisce motivo di forte di preoccupazione da parte degli esperti che lanciano un forte appello rivolto soprattutto ai genitori dei ragazzini, ossia quello di vigilare anche quando i figli escono con gli amici: magari in maniera discreta, senza ostacolare la loro indole che, in questa fase particolare, quella dell’adolescenza e della crescita, spiazza e sconquassa come una tempesta.
“Concludendo, bisogna trovare un bilanciamento tra favorire la crescita, l’autonomia, l’esplorazione e proteggere la loro salute. Ovviamente Essere genitori oggi non è semplice, e nessuno ha ricette o procedure pronte.
Ma la presenza, anche nei fine settimana, resta uno degli strumenti educativi più forti che abbiamo”.











