A Cagliari l’escalation di episodi legati alla malamovida, soprattutto nei fine settimana, accende il dibattito politico e sociale. Il tema è arrivato tra i banchi del Consiglio comunale con ben tre mozioni presentate da diversi gruppi della minoranza, contenenti proposte per contrastare il fenomeno. Alla fine, solo una delle tre è stata approvata, dopo un emendamento. Il sindaco, pur riconoscendo il problema, ha ridimensionato l’allarme dichiarando: “Cagliari resta una delle città più sicure. Non siamo di fronte a situazioni paragonabili a quelle degli anni ’90”. Ma le sue parole non hanno placato lo scontro tra maggioranza e opposizione, divise sulla natura degli interventi da adottare.
Alla seduta hanno assistito anche alcuni cittadini, mentre sui social il confronto si è acceso. Tanti raccontano episodi vissuti in prima persona o da familiari. “Sabato scorso mia figlia, con un’amica, ha parcheggiato vicino alle Poste di piazza del Carmine. Appena scese, sono state avvicinate da un gruppo di ragazzi con atteggiamenti poco rassicuranti. Per fortuna sono riuscite a fuggire”. C’è chi denuncia un netto peggioramento rispetto al passato: “Negli anni ’90 si poteva girare ovunque. Oggi non è più così: non ci sentiamo sicuri nemmeno di giorno, figuriamoci la sera”. Un’altra voce, presente in aula, ha commentato: “Chi minimizza forse non conosce davvero la città”. Le richieste dei cittadini spaziano dal ritorno delle ronde nei quartieri più sensibili all’introduzione di pene certe, anche per i minori, con attività socialmente utili in caso di infrazioni. C’è chi parla apertamente di “miopia amministrativa” e critica l’assenza di controlli: “Oggi la malamovida dilaga. I controlli sono carenti e la scusa è sempre la stessa: manca il personale. Liberiamo gli uffici dai poliziotti impiegati e torniamo a presidiare le strade”. Nel frattempo, la città resta divisa tra chi parla di allarme ingiustificato e chi, invece, chiede interventi urgenti per restituire serenità e sicurezza specialmente ai quartieri più colpiti.