Ha provato a far sentire la sua voce, e ad ottenere “giustizia” anche tramite una lettera spedita alla nostra redazione, Valentina Matta, 42enne cagliaritana invalida, affetta da dieci anni da un tumore al midollo spinale più altre patologie. La donna aveva prenotato una visita in una clinica privata e, dopo aver risolto un piccolo errore legato ai codici dell’impegnativa comunicati dal Cup dell’Assl, lo scorso 13 maggio aveva dovuto rinunciare alla visita medica. Il motivo? “L’addetta all’accettazione si era rifiutata di farmi una fotocopia, spesa di cinque centesimi: tutto rimandato”. I giorni sono passati e, dopo aver forse compreso che era impossibile poter incontrare i dottori senza una nuova prenotazione, la Matta si è armata di tanta pazienza, ha preso in mano lo smartphone e ha ricontattato il Cup per chiedere quando fosse la prima data disponibile. Risultato? “A luglio, tra quasi due mesi rispetto a quando avrei dovuto farla”.
È allo stesso tempo sconsolata e arrabbiata, la donna: “Non ho parole, praticamente ho perso due mesi per poter effettuare una elettromiografia che avevo già prenotato tre mesi prima di maggio. Sono senza parole, questa è, anche e purtroppo, la sanità”.









