Una improvvisa colica renale, i dolori insopportabili e lancinanti proprio quando stava per chiudere il suo bar, in via Barcellona a Cagliari, la corsa con l’ambulanza in ospedale, “in codice giallo” e la lunga attesa prima di essere visitato. Anche il barista scrittore della Marina, Sandro Mascia, è passato tra le forche caudine della sanità pubblica, sperimentando sulla propria pelle cosa significhi, oggi, provare a essere curato in un ospedale sardo: “Dolori lancinanti, sono arrivato al pronto soccorso alle 21 e mi hanno dato una flebo con antidolorifico, prima di visitarmi alle 4 del mattino. Sono uscito alle sette”, racconta Mascia. “Niente da dire sul personale medico e paramedico che sono stati bravi e Gentili. Anziani, giovani che sfogavano la loro rabbia per ore di attesa col personale. Tutti esasperati. Ho provato a dormire ma tutti urlavano. Ma l’organizzazione, l’organizzazione caduta dall’alto con questi manager, è stata pessima”.
“E tutti che se la prendevano col personale, poverini, con decine di persone che urlavano da ore di essere visitati, ma loro facevano l’impossibile. Niente da dire sui medici. Ma ricordiamoci dei politici che stanno sfasciando le strutture pubbliche”.









