Cagliari, chiude lo storico ex mercatino dei vestiti usati per bimbi: “Uccisi dal Coronavirus”

Aperto nel 2001 a San Benedetto, da qualche anno il cambio in associazione. Brunella Porceddu: “In via Pintor abbiamo aiutato mamme e bimbi con corsi di lingue e di cucina. Guadagni? No, solo rimborsi: i mesi di lockdown sono stati fatali, impossibile pagare 3 affitti arretrati: chiudiamo tra le lacrime”


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Culle, vestitini, scarpette e tutti gli accessori utili ai bambini piccoli sono già stati portati via dai due stanzoni di via Pintor. A Cagliari, dopo quasi vent’anni, chiude “Baby2Baby”: per anni è stato un mercatino dell’usato, “poi ci siamo trasformate in associazione, creando un club delle mamme. Oltre a me c’erano Valentina, Lidia, Ilaria e Gloria Ximena”, spiega Brunella Porceddu, 57enne cagliaritana. È l’ennesimo caso di un’attività che è costretta ad abbassare le serrande dopo il lockdown del Coronavirus. I soldi per la ripartenza? Non ci sono stati, e la decisione “è stata unanime, tra le lacrime”. Lì, tra quei metri quadri a due passi dal mercato civico di San Benedetto, sono entrate tantissime famiglie: “I primissimi anni eravamo in via Verdi, poi siamo arrivate nel locale di via Pintor. Da qualche anno avevamo deciso di fondare l’associazione no profit, effettuando lo scambio di abbigliamento per bambini siamo riuscite a sostenere le spese con la compravendita. L’otto marzo scorso abbiamo chiuso, il diciotto maggio abbiamo riaperto”. Due mesi e dieci giorni che, però, si sono rivelati fatali: “Eravamo in ritardo con l’affitto di tre mesi, il proprietario ha scelto di non venirci incontro e ci ha detto che tutti abbiamo problemi”, racconta la Porceddu.

La donna snocciola alcuni nomi di associazioni di volontariato con le quali ha collaborato il gruppo delle mamme: “Donne al Traguardo, Il sogno di Giulia, ce ne sono anche altre. Le ragazze del gruppo venivano per venti ore alla settimana, ottenevano un rimborso spese”, dichiara, intervistata da Casteddu Online, la Porceddu. “Quando abbiamo aperto l’attività non c’era nessuno che proponesse questo tipo di servizio. Come associazione abbiamo organizzato corsi di lingue e di cucina per bimbi e famiglie, aiutando tutte le mamme e papà bisognosi. Un mese fa, alla riapertura, avevamo ancora tutto l’abbigliamento invernale da smaltire, e senza i soldi per l’affitto abbiamo scelto, a malincuore, di lasciare”. Altri metri quadri a Cagliari, dunque, che tornano vuoti sino a data da definirsi: “Dal Governo non abbiamo ricevuto nessun aiuto proprio perchè siamo state una realtà no profit”. E gli aiuti e sgravi sugli affitti previsti da Conte? “Ne ho parlato col mio avvocato, mi ha spiegato che si tratta di credito d’imposta. È una scelta, non un obbligo: se ci avessero proposto un pagamento rateizzato dell’affitto ce l’avremmo fatta”. Ma così non è stato, e l’unico ricordo del “Baby2baby” è sulle due serrande: il coniglietto, la rana, la pecora e il galletto sorridenti ci sono ancora: “Dovremo ritinteggiare, per il momento ho già consegnato le chiavi del locale. Spero, in futuro, di poter riaprire l’associazione da qualche altra parte”.


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