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Cagliari, c’è un piano per la video sorveglianza: il “nodo centralizzato” e il Grande Fratello delle telecamere per la sicurezza.
L’Assessore regionale degli Affari Generali Valeria Satta e il Prefetto di Cagliari Bruno Corda hanno siglato questa mattina, nei locali della Prefettura, il protocollo per la regolamentazione ed uso del “Nodo centralizzato di controllo e supervisione delle reti di sicurezza” della Regione Autonoma della Sardegna, che consentirà ai Comuni di adeguare i propri sistemi di videosorveglianza alla tecnologia della Rete Telematica regionale in ottemperanza alle direttive del Ministero dell’Interno.
La Regione è la capofila nazionale del progetto che, iniziato con la firma del protocollo di legalità nel 2015, ha visto un finanziamento complessivo di 27 milioni di euro, ripartiti in tre tranche. La piattaforma si basa sul principio della sicurezza partecipata e nello specifico, è costituita da un data center unico capace di connettere, attraverso la rete telematica regionale in fibra, tutti gli impianti di videosorveglianza finanziati dalla Regione, per consentire che le immagini provenienti dagli impianti TVCC comunali siano processabili e accessibili. Attraverso un sistema di alert ogni ripresa delle telecamere che abbia come oggetto atti criminosi o vandalici sarà quindi fruibile in tempo reale dalle forze dell’ordine (Polizia di Stato, Polizia locale, Carabinieri, Guardia di Finanza, ecc.) e dal centro elaborazione dati del Ministero dell’Interno, permettendo così, da un lato, una maggiore consapevolezza degli atti criminali sui territori, e dall’altro, un coordinamento ottimale di tutte le fasi di controllo ed un monitoraggio costante.
“Fin dal mio insediamento – ha commentato l’Assessore Satta – ho ritenuto fondamentale privilegiare questo progetto con la Prefettura ed il Ministero dell’Interno che permetterà ai Comuni di dotarsi di un sistema di controllo sul territorio innovativo per efficienza ed interconnessione. Si tratta di un salto di qualità nei sistemi di sicurezza, in quanto da adesso in poi tutti i dispositivi collegati parleranno la stessa lingua: abbiamo così sopperito agli ostacoli di comunicazione riscontrati nelle fasi precedenti, dovuti alla disomogeneità degli impianti”. La terza fase del progetto, fortemente voluta dall’Assessore, ha permesso quindi di effettuare una valutazione di tutti i dispositivi adibiti al controllo e alla sicurezza pubblica dei Comuni per valutarne la compatibilità tecnica, e di verificare la posizione e l’efficacia delle telecamere già esistenti al fine di sostituirle o adeguarle alla Rete Telematica Regionale. Se l’interesse pubblico alla sicurezza ha prevalso su quello singolo alla riservatezza nell’ideazione del sistema, l’Amministrazione Regionale assicura di non accedere in alcun modo alle immagini e ai dati acquisiti, al fine di garantire il massimo livello di privacy. “Pensiamo – ha detto in conclusione l’Assessore Satta – ai numerosi atti intimidatori nei confronti dei sindaci, o alle esigenze di sicurezza necessarie in particolari aree cittadine di maggiore sensibilità quali le zone di ingresso e uscita dai centri, o ancora in prossimità di scuole e ospedali: avere un sistema di videosorveglianza integrato consentirà di intervenire subito in quanto il controllo da parte delle forze dell’ordine avverrà in tempo reale”