Una colonna di fumo bianco, “preceduta da un rumore sordo, un botto”, ha quanto meno incuriosito il personale, sanitario e non, che si trovava nei viottoli interni del Santissima Trinità. Nessun pericolo, doveroso dirlo sin da subito: semplicemente, gli operai della Siemens erano impegnati a ricaricare di elio il macchinario sostitutivo per la risonanza magnetica che, già da circa 5 mesi, si trova nel giardino esterno dell’ospedale di Is Mirrionis. Il dispositivo originario è andato in tilt e così l’Rnm mobile è stata l’unica soluzione adottabile dall’Asl per evitare di dover bloccare le risonanze magnetiche: “Quando l’elio entra in contatto con l’aria fa molto fumo, non si registra nessun incendio e nessuna criticità”, assicura il direttore sanitario, Roberto Massazza, “era un intervento programmato, servono circa 72 ore per ricaricare di elio lo strumento. Costa 32mila euro al mese, non possiamo certo interrompere un servizio fondamentale per i cittadini. Siamo in attesa dalla Siemens di sapere quando sarà nuovamente utilizzabile lo strumento nella sede centrale”.
Una situazione che però fa storcere il naso a Paolo Cugliara della Fials: “Una cifra esagerata, la manutenzione non andava fatta già da tempo? Stiamo pagando un appalto per l’affitto del macchinario e i tempi per le risonanze sono sempre troppo lunghi”, dice. “Si tratta di un servizio che va erogato in tempi più rapidi”. E, sulla procedura di ricarica dell’Rnm mobile temporaneo, Cugliara conferma che “quando hanno iniziato le operazioni di inserimento dell’elio si è sentito un botto”. Nulla di preoccupante, certo, più un fatto curioso che ha contribuito a riaccendere i fari sull’utilizzo di uno strumento che costa, alle casse della sanità pubblica, decine di migliaia di euro al mese. Le alternative? Non ci sono. Meglio, una sì: restare senza risonanze magnetiche.












