Operai al lavoro a Cagliari, in via Costa. Nel cuore del rione di San Benedetto, al posto del gazebo esterno di un bar aperto dieci anni fa sta per rimanere un vuoto ,che molto probabilmente sarà occupato da automobili . La struttura esterna del Lyricon, uno dei pochi bar cittadini che ha sperimentato per un periodo l’apertura continua 24 ore su 24 – deve essere tirata giù entro il trentun agosto. “L’ho pagata settantamila euro nel 2011, l’ultima rata l’ho versata proprio il mese scorso, una beffa”, dice Davide Ferru. 53 anni, da trenta è sulla cresta dell’onda nel settore della ristorazione a Cagliari e hinterland. La decisione – meglio, l’ordinanza – di demolizione “è arrivata dall’amministrazione Zedda. Ho perso il ricorso al Tar, adesso devo adeguarmi malvolentieri. Ho già licenziato quattro persone, una decisione sofferta e non proprio gratificante”, attacca Ferru, “ho un calo degli affari del trenta per cento, in una città che ha una stagione estiva lunga otto mesi la gente non viene se non fornisci un servizio esterno”. Proprio come quel dehor che sta per scomparire dal “panorama” a livello stradale di quella via che sfocia davanti alle maxi vetrate del teatro Lirico.
Ferru non si tira indietro quando si tratta di trovare quello che, a detta sua, è il principale responsabile: “Il sindaco Zedda deve capire che Cagliari è una città turistica e merita un’attenzione differente. Capisco la volontà di seguire una certa linea, ma bisogna sempre venire incontro in questi casi. Senza spazi e servizi esterni un’attività come un bar va a morire. I ragazzi rimasti a lavorare sono demoralizzati, ci stiamo leccando tutti le ferite”, osserva Ferru, che vede qualche sfumatura di grigio aleggiare sopra il futuro del bar: “Proviamo ad andare avanti, cambiando ovviamente piglio”. E, se nel futuro la situazione non dovesse migliorare – ora che non c’è più l’appoggio del gazebo esterno – la serranda potrebbe abbassarsi per sempre. Con altri giovani e meno giovani disoccupati all’orizzonte.











